"Pace Proibita" su Telenord, Santoro: "Dov'era l'Europa di Macron e Merkel quando gli accordi sul Donbass venivano calpestati?"

di Marco Innocenti

"Questa è una guerra 'per interposta persona', nella quale sono gli ucraini a combattere e morire ma a fronteggiarsi sono Russia e Stati Uniti"

S'intitola "Pace Proibita" ed è la serata-evento portata dal giornalista Michele Santoro sul palco del Teatro Ghione di Roma. Ospiti personaggi del calibro di Elio Germano, Sabina Guzzanti, Fiorella Mannoia e molti altri grandi nomi della cultura e dello spettacolo, uniti in una "protesta contro l’esaltazione delle armi come soluzione".

Lo ha spiegato lo stesso Santoro nel presentare la serata, che Telenord ha mandato in onda lunedì 2 maggio a partire dalle ore 22, per affrontare i principali temi legati alla guerra in Ucraina e per chiedere lo stop immediato dell’invio di armi a Kiev. 

"La guerra che oggi si combatte - ha spiegato Santoro nel corso della serata - è figlia di una serie di accordi che avrebbero dovuto portare la pace in territori ucraini a forte maggioranza russa. Questi accordi erano stati firmati con due garanti come Macron e la Merkel. Ma quando i garanti hanno capito che questi accordi non sarebbero stati rispettati, perché non hanno fatto sentire forte la loro voce? Poi è chiaro che Putin non avrebbe dovuto approfittare di questa situazione per far valere i propri principi nazionalistici ed invadere l'Ucraina. Ma è allora che l'Europa avrebbe dovuto intervenire per evitare questa guerra 'per interposta persona', nella quale sono gli ucraini a combattere ma quelli che si stanno fronteggiando in realtà sono gli Stati Uniti e la Russia". 

"In Tv ci ripetono sempre che questa è una guerra di propaganda - ha detto invece Sabina Guzzanti - ma in realtà parlano solo di quelle russe e ucraine, non della nostra, quella italiana. Nei nostri programmi c'è sempre uno contrario alla guerra ma solo per ragioni di copione, in una tv che deve sempre più assomigliare alla fiction. C'è sempre uno contro la guerra solo perché in ogni dramma c'è bisogno di un antagonista e per riempire molte ore di trasmissione per molti mesi. L'antagonista giustifica il fatto che tu ripeta sempre gli stessi concetti. E dove persistono residui di un modo diverso di concepire il giornalismo, questi contributi vengono sistematicamente ignorati, con un assalto innaturale che spinge l'idea che questa guerra sia solo frutto della follia di Putin".

"Ci disperiamo per la violenza che subisce il popolo ucraino ma anche che in tutto il mondo ci sono oggi 179 conflitti, quindi siamo convinti che la nostra indignazione sia in realtà provocata ad arte. Noi siamo qui a dire che questo gioco è truccato - ha concluso Guzzanti - perché in Italia l'80% delle persone è contrario alla guerra ma che l'80% dei media la presenta come ineluttabile".

"Dicono che per far finire una guerra bisogna fare ancora più guerra - ha detto Marco Tarquinio, direttore di Avvenire in uno degli interventi più poetici ed apprezzati - Noi diciamo che guerra più guerra non fa meno guerra. E allora ci chiedono 'ma voi come lo fermate Putin? Con la diplomazia degli smidollati, con le buone intenzioni e le buone azioni?'. La guerra è una cosa da grandi e la pace è roba da piccoli, da bambini. Ma noi che vogliamo pace e chiediamo tregua immediate, come lo fermiamo Putin? Noi che prendiamo esempio da Gandhi, King e Mandela. Noi che crediamo che una resistenza non violenta si possa fare persino davanti a una guerra dei carri armati. Questa domanda ce l'hanno fatta migliaia di volte. A questa domanda, io rispondo 'ma voi che credete di avere la risposta in tasca, diteci voi come avete fermato Putin'. Nessuno ha la verità in tasca e tanto meno io. Ma ci sono verità semplici: gli eroi sono quelli che non uccidono. E guerra più guerra non fa pace":