Nuova diga, Ignazio Messina: "Porto più flessibile e meno costoso con la doppia imboccatura"
di Marco Innocenti
E sulle riserve di Enac: "Si deve avere l'autorità per dire: 'Il porto deve svilupparsi'. A quel punto l'aeroporto, investendo, si adegua"
Mentre prosegue il dibattito pubblico sulle tre varianti al progetto della nuova diga foranea del porto di Genova, i principali attori dello shipping nazionale e internazionale iniziano a dire la loro. E' il caso di Ignazio Messina, ad della Ignazio Messina & C. Spa, che fra soluzione 2, 3 o 4 ha avanzato la proposta di una strada alternativa: "Mi sarebbe piaciuto vedere anche le soluzioni 1 e 5 che non abbiamo visto ma magari erano interessanti da analizzare - ha commentato Messina in un'intervista esclusiva ai microfoni di Telenord - La 2 e la 3 sono piuttosto simili e prevedono entrambe l'imboccatura a levante mentre la 4 ha l'imboccatura a ponente. Siamo sempre partiti dalla considerazione, fatta da anni, che la criticità del porto di Genova è quella di avere una sola imboccatura a Levante, che adesso si raddoppi va bene ma il fatto di avere due bocche, una anche a Ponente, aiuterebbe molto la manovrabilità delle navi, anche per la possibilità di far entrare contemporaneamente due navi, una diretta a ponente e una a levante. Senza contare che questo permetterebbe anche di rendere molto meno costoso il porto, evitando la rotazione completa delle navi che, soprattutto nel caso di navi di grandi dimensioni, richiedono molti rimorchiatori e tanta occupazione dello specchio acqueo".
"Se devo proprio individuarne una sola, sicuramente quella di levante è la privilegiata - ha aggiunto - Il rischio di utilizzare anche per le navi dirette al Porto Antico la nuova imboccatura fa privilegiare la soluzione 2 che impedirebbe questo, visto che sarebbe una distorsione proprio dal punto di vista nautico. Studiando le proposte, nei pochi giorni avuti per studiarle, ma se uno va a vedere le soluzioni 2 e 4, con una spesa di poco superiore si potrebbe anche prevedere una seconda imboccatura, una da levante e una da ponente, che renderebbero molto più flessibile e meno costoso il porto di Genova".
Indipendentemente da quale che sia la soluzione adottata, su tutte pende però una Spada di Damocle che si chiama Enac. "Per me però è l'impostazione del discorso che è sbagliata - ha spiegato Messina - Non è l'Autorità Portuale che deve chiedere il permesso ad Enac, semmai è l'Enac che deve rispondere alle esigenze del porto. Bisogna decidere: qui c'è un porto di 7 milioni di metri quadrati, c'è un'Autorità Portuale e un governo che vogliono spendere un miliardo e 300 milioni per un porgetto come la Diga e poi c'è un aeroporto da un milione e 300mila passeggeri, con una tariffa per Roma che costa un pacco di soldi. Allora, le istituzioni e l'Autorità dovrebbero decidere: se deve comandare un aeroporto da un milione e 300 mila passeggeri oppure deve comandare e avere priorità lo sviluppo del porto. Noi siamo molto condizionati come terminal dall'aeroporto, abbiamo anche studiato soluzioni che permetterebbero di bypassare molte delle problematiche che pone Enac. Qui è l'autorità che manca in termini di posizionamento nei confronti di Enac: si dice il nostro porto vuol fare questo, ci si siede intorno a un tavolo e l'aeroporto, investendo, si adegua. E non il contrario, che il porto non si sviluppa perché c'è un aeroporto che nel panorama nazionale non so in che posizione sia ma che in termini di benefici per il territorio è sicuramente meno importante".
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