Meloni indagata per favoreggiamento e peculato su rimpatrio Almasri con Nordio, Piantedosi e Mantovano

di Stefano Rissetto

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Il procuratore Lo Voi, lo stesso del processo a Salvini, apre un fascicolo su denuncia dell'avvocato Luigi Ligotti. La premier: "Non sono ricattabile"

Meloni indagata per favoreggiamento e peculato su rimpatrio Almasri con Nordio, Piantedosi e Mantovano

"La notizia di oggi è questa il procuratore della Repubblica Francesco Lovoi, lo stesso del fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona mi ha appena inviato un avviso di garanzia per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda del rimpatrio del cittadino Almasri avviso di garanzia inviato anche al ministro Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Alfredo Mantovano presumo al seguito di una denuncia che è stata presentata dall'avvocato Luigi Ligotti ex politico di sinistra molto vicino a Romano Prodi conosciuto per avere difeso pentiti del calibro di Buscetta, Brusca e altri mafiosi". Così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un video.

“Penso – dice nel video il Presidente del Consiglio – che valga oggi quello che valeva ieri: non sono ricattabile e non mi faccio intimidire, è possibile che per questo sia invisa a chi non vuole che l'Italia cambi e diventi migliore ma anche e soprattutto per questo intendo andare avanti per la mia strada a difesa degli italiani soprattutto quando è in gioco la sicurezza della Nazione".

Giorgia Meloni ricostruisce la vicenda, alludendo a una tempistica anomala: “La Corte penale internazionale dopo mesi di riflessione emette un mandato di arresto internazionale nei confronti del capo della polizia giudiziaria di Tripoli, curiosamente la Corte lo fa proprio quando questa persona stava per entrare sul territorio italiano dopo che per 12 giorni aveva serenamente soggiornato in altri tre Stati europei".

E ribadisce la versione dell'esecutivo: “La richiesta di arresto della Procura della Corte Penale internazionale non è stata trasmessa al ministero italiano della Giustizia, come invece è previsto dalla legge, e per questo la Corte di Appello di Roma decide di non procedere alla sua convalida. A questo punto, piuttosto che lasciare questo soggetto libero sul territorio italiano, decidiamo di espellerlo e di rimpatriarlo immediatamente per ragioni di sicurezza, con un volo apposito, come accade in altri casi analoghi. Questa è la ragione per la quale la Procura di Roma oggi indaga me, il sottosegretario Mantovano e due ministri”.

(in aggiornamento)

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