Liguria, tassa di soggiorno incassata dal 54% dei Comuni

di Simone Galdi

Sono 120 su 234 i Comuni liguri che applicano l'imposta: la Regione sale sul podio nazionale

Sono 120 su 234 i Comuni liguri eleggibili per la tassa di soggiorno, di questi il 54% l'ha riscossa posizionando la Liguria al terzo posto come percentuale di incasso dopo Valle d'Aosta e Toscana.

Il dato emerge da un'elaborazione di Centro Studi Enti Locali basata su dati del Ministero dell'economia e delle Finanze, della Banca d'Italia e dell'Istat che ha preso in considerazione il quinquennio dal 2019 al 2023. In questi cinque anni in Liguria si è passati da 45 (nel 2019) a 65 (nel 2023) Comuni che hanno imposto la tassa di soggiorno. Imposta che può essere istituita dai capoluoghi di provincia e dai comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o delle città d'arte e da quelli che han-no sede giuridica nelle isole minori o nel cui territorio insistano isole minori. Nello specifico uno studio di Banca d'Italia diffuso nel 2018 aveva quantificato in 5.730 i comuni italiani che rientrano in queste categorie, circa il 70% del totale. Ma, forse nel timore che si traduca in un deterrente per i turisti, soltanto il 22% di questi (1.268) ha di fatto applicato il tributo lo scorso anno.

I campioni d'incassi in termini pro-capite delle risorse derivanti dall'imposta di soggiorno sono i comuni montani dell'Alto Adige.

Se in termini assoluti, lo scorso anno si è confermato il primato delle grandi città d'arte italiane, invece, il rapporto tra gettito e popolazione vede una top ten quasi monopolizzata da comuni montani della provincia di Bolzano. In cima al podio c'è Corvara in Val Badia. Il gettito di quasi 2 milioni (1.978.876 euro) fa del Comune ladino, che conta meno di 1.400 residenti, quello più ricco dal punto di vista del gettito per abitante: 1.448 euro contro una media nazionale di 26.

Ma l'ultima curiosità viene dal Molise, dove nessuno dei 56 comuni che avrebbero potuto introdurre la tassa di soggiorno l'ha riscossa nel quinquennio 2019-2023. Questo l'ha resa, fino al 2023, l'unica regione "tourist tax free": ancora una prova per i complottisti che dicono "il Molise non esiste".