Liguria, la cena per Toti: chi c’era, chi ha fatto “un salto” e chi non c’era

di Carlotta Nicoletti

4 min, 51 sec

Il governatore: “La regione che conosciamo oggi ci sarà anche domani, non possiamo tornare indietro”

Liguria, la cena per Toti: chi c’era, chi ha fatto “un salto” e chi non c’era

Questione di prospettive, si può partire elencando chi c’era, ma anche buttare un occhio a chi non c'era: occupava un bel gruppone di tavoli praticamente tutto il gotha della sanità pubblica e privata ligure, ma pochi erano invece gli imprenditori del porto presenti: non si è visto il capitano Gianluigi Aponte e nessun manager di rilievo del gruppo MSC, intento tra le altre cose a perfezionare l’acquisizione del Secolo XIX. Era presente invece Giulio Schenone, ad Gruppo Investimenti Portuali, uno dei principali terminalisti in Italia e in Europa. Toccata e fuga per Augusto Cosulich e Aldo Spinelli, il tempo di qualche stretta di mano e poi via insieme, niente cena, meglio non nella magnifica cornice di villa Lo Zerbino. Un salto, un caloroso saluto e via.

C’era la politica, ovviamente compatto il centrodestra e tantomeno ovviamente assente lo schieramento opposto. Presenti gli assessori Giacomo Giampedrone, Marco Scajola, Alessio Piana e Angelo Gratarola. In prima fila (durante l’intervento dal palco di Toti) l’onorevole Ilaria Cavo, oggi deputata, già assessore a piazza De Ferrari, che qualcuno con un impressionante corsa in avanti già indica come possibile candidata nel caso l’attuale governatore non si candidasse, meglio fosse messo in condizione di rinunciare al terzo mandato. Ipotesi ieri sera mai presa in considerazione tra i sostenitori presenti. Assenti (giustificati) invece gli assessori regionali Simona Ferro, Augusto Sartori, e il vicepresidente della Regione Alessandro Piana, presente invece alla presentazione della mezza maratona di Genova, che anche quest’anno vedrà la collaborazione con Cna per promuovere la cucina ligure. Insomma, impegni “istituzionali” e del tutto casuale che Piana abbia fatto un selfie insieme a una degli esponenti dell’opposizione, il vicepresidente Pd Armando Sanna, unico italiano a vincere la Mezza di Genova.

Una cosa è certa: c’era davvero tanta tanta gente, amici perlopiù, “oltre 630” ricordano gli organizzatori, qualche sedia vuota, va bene, ma lo schieramento di tavoli era davvero infinito. Parecchia allegria, magari non troppi messaggi, ma tutti forti e chiari. Iniziando da quello del presidente Toti: “I numeri ci dicono che la Liguria cresce e lo fa più delle altre regioni, con misure per lo sviluppo, ma anche per l’equità. E non abbiamo intenzioni di fare passi indietro: il 2025 è lontano, ma nessuno vuole riconsegnare la Liguria al pessimismo e all’appiattimento del passato”. Applausi, più che convinti, una standing ovation. Poi sul palco ecco gli alleati, sono loro ad affrontare senza scorciatoie il tema del terzo mandato. È un “sì”, senza se e senza ma, quello che arriva da Matteo Rosso, deputato di Fratelli d’Italia, numero uno in Liguria di Fdl e responsabile per Sanità per il partito suo e della premier Meloni (“una fondamentale e ascoltato collegamento tra il governo e la Sanità in Liguria” sottolineano i tanti del settore che fanno ingresso a villa Lo Zerbino).

Stessa linea quella del leghista Piana, che parla anche a nome di Edoardo Rixi, “impegnato al G7 dei ministri dei trasporti a Milano”. Compatta sulla maggioranza che vince anche Forza Italia, anche se la logica politica vuole che dal palco il coordinatore regionale Carlo Bagnasco non entri in modo esplicito sul tema del terzo mandato. Sul tema il suo segretario nazionale, il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani era già stato chiarissimo, “bisogna fermarsi a due”, perché allora contraddirlo.

Dopo il piatto forte della serata, ecco il menù, preparato da Capurro Ricevimenti, ha previsto un inizio composto da antipasti di fritti, serviti in piedi e accompagnati da prosecco e cocktail. Per poi passare alla cena seduta che si è svolta all'interno della maestosa dimora storica del '600. Ravioli con i carciofi di Albenga per cominciare e filetto di vitello con salsa al timo a seguire, infine un dolce, bavarese al mango con coulis al lampone.

Presente e sorridente Massimo Moretti, amministratore delegato di Cds, la società che con il Comune di Genova sta portando avanti il progetto del Waterfront Levante e girando tra i tavoli di tutti i candidati del centrodestra alle prossime elezioni europee, i più attivi erano Francesco Bruzzone (Lega), Massimiliano Salini (Forza Italia), e Stefano Balleari (Fdl).

Hanno dovuto montare una tensostruttura fuori dai volumi della villa per farci stare, in tavoloni da dieci, tutti gli ospiti della cena di Giovanni Toti. La cena costava 450 euro a ospite e c'é anche chi ha messo di più per finanziare l'attività politica del governatore.

Hanno sfilato davanti alla villa imprenditori e vip del mondo marittimo come Andrea Gais, Ignazio Messina, Marco Bisagno, Giampaolo Botta, c'è il notaio Piero Biglia di Saronno, il presidente del Porto Antico Mauro Ferrando, il presidente di Filse Lorenzo Cuocolo, gli imprenditori della sanità Francesco Berti Riboli, Marco Fertonani e Alessio Albani, Nicola Meistro del gruppo Webuild, Paolo Emilio Signorini ex presidente Adsp Mar Ligure Occidentale e oggi ad e direttore generale di Iren, Matilde Berlusconi e il sovrintendente del Carlo Felice Claudio Orazi. Compare anche il parlamentare Pino Bicchielli di Noi Moderati e rispunta l'ex senatore Paolo Romani. Non manca l'assessore comunale Lorenza Rosso e il lombardo Massimiliano Salini. Ci sono anche i sindaci dei capoluoghi: Claudio Scajola e Pierluigi Peracchini e ovviamente Marco Bucci che non manca di dare il suo assist: "Lo sapete che io non farò un altro mandato, ma sono favorevole che i cittadini possano scegliersi il governatore o il sindaco che vogliono e sicuramente sosterrei Giovanni".

Una cena completa, ma che si può definire un lungo antipasto in vista della portata principale: le Regionali 2025. C'è già qualcosa che bolle in pentola.