Liguria, elezioni: Toti a Roma dai leader del centrodestra: "Sceglieremo insieme il candidato e io darò una mano"

di Redazione

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"Capisco la concatenazione delle accuse della procura, francamente non ne condivido nemmeno una".

Liguria, elezioni: Toti a Roma dai leader del centrodestra: "Sceglieremo insieme il candidato e io darò una mano"

Sul prossimo presidente della Liguria "come ho ripetuto a tutti, non sarà la scelta di Toti, Toti benedice tutte le candidature che vengono dall'esperienza politica che ho avuto il piacere e l'onore di guidare. Per me tutti gli assessori della mia giunta sono perfetti candidati, così come tutti i sindaci della Liguria della nostra parte politica". Così l'ex governatore ligure Giovanni Toti, uscendo dal Senato dove ha incontrato il capogruppo di FI, Maurizio Gasparri. E ha ribadito: "Io darò una mano al candidato che tutti insieme troveremo migliore. Onestamente non vedo una guerra né una battaglia né un braccio di ferro".

Toti crede nella soluzione civica per la Liguria: "Credo che la maggior parte dei partiti ha manifestato la volontà di avere un candidato civico che provenga dall'area che ha affiancato i partiti tradizionali nell'avventura ligure della giunta Toti per 9 anni o della giunta Bucci, Peracchini o Scajola". L'ha detto l'ex governatore ligure Giovanni Toti, nel corso della sua giornata a Roma per incontrare i capi dei partiti alleati, sull'ipotesi che il centrodestra punti a un candidato civico per la sua successione alla guida della Liguria, al termine del secondo incontro romano con gli alleati (Lega e FI). Toti ha sottolineato: "Non c'è nessun tipo di ruggine né qualcuno intende escludere qualcun altro dalla ricerca di un equilibrio in Liguria che andrà trovato tra tutti i partiti". Poi, a favore della 'carta' civica ha ricordato che "ora la Liguria per il 75% è governata da sindaci civici", mentre sull'opzione più politica ha aggiunto che "non c'è nemmeno un'esclusione per una candidatura partitica, ove ci fosse un accordo".

TEMPO - "Non ho sentito di vertici preparatori a stretto giro, ma credo che serva ancora un po' di lavoro preparatorio". Così l'ex governatore ligure Giovanni Toti rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se a breve ci sarà un vertice tra i leader di maggioranza sul candidato della coalizione alle prossime regionali in Liguria. E alla domanda se di recente abbia sentito la premier ha risposto: "No, perché era in Cina e poi a Parigi alle Olimpiadi. La Liguria è importante e figurarsi se il mio destino non mi sta a cuore ma mi sembra più opportuno che (la premier, ndr) si dedichi a impegni maggiori. Ci sarà modo di sentirci con Giorgia".

IMMUNITA' - "Credo sia un po' complesso. Certamente bisognerebbe rivedere il sistema delle garanzie della politica e anche la definizione di alcuni reati, ma non credo si possa fare un tanto al chilo". Così l'ex governatore della Liguria, Giovanni Toti, interpellato dai cronisti sull'ipotesi di uno 'scudo' giudiziario per l'ultima fase del mandato dei governatori proposta da Matteo Salvini.

RIXI -  "Mi sembra che Edoardo Rixi sia stato molto chiaro: più che dire di 'no' non so in che lingua lo deve ripetere?". Così Toti sull'ipotesi che il viceministro alle Infrastrutture, il leghista Rixi, possa accettare di correre per il centrodestra alla guida della regione. Toti ha aggiunto: "Me l'ha ribadito tutte le volte che l'ho sentito e anche oggi, l'abbiamo dato per scontato", riferendosi all'incontro avuto di persona con il leader della Lega, Matteo Salvini e con lo stesso Rixi, nella sede del ministero dei Trasporti. Sempre su Rixi, uscendo dal Senato dopo aver visto Maurizio Gasparri di Forza Italia, Toti ha spiegato: "A Edoardo gli voglio bene, è un amico, ha tutta la mia stima e per me sarebbe uno straordinario candidato. Primo perché rinunciò a mio favore nel 2015 e questa sarebbe la chiusura umana di un percorso fatto insieme. Poi, è stato l'estensore del decreto Genova e da viceministro si è dovuto dimettere ingiustamente per una condanna sulle spese pazze per cui è stato assolto e annullata in secondo grado. E poi perché sta facendo un grande lavoro sulle infrastrutture della Liguria, conosce i dossier a menadito. Ma come mi ha spiegato più volte, ha molti impegni di governo, ha dossier importanti sulle infrastrutture del paese, è a metà di un percorso di governo" e un'eventuale corsa da governatore "è qualcosa che metterebbe in difficoltà il suo ministero ed evidentemente una delusione per sé".

FUTURO POLITICO - "Dopo Roma, farò qualche giorno in famiglia a fare le ferie e non ovviamente chiuso nel giardino di casa. Sul mio futuro politico non lo so. Vediamo se ci sarà un futuro politico". Poi rivolgendosi ai cronisti, aggiunge scherzando: "O potrei venire a lavorare in un'agenzia di stampa.."

FORZA ITALIA - "È tanto bello tornare a Roma, è bello incontrare tanti amici, alcuni dei quali mi sono stati particolarmente vicini, oltre al gruppo di Noi moderati che sono amici fraterni. Poi c'è la Lega di Matteo Salvini, gli stessi Fratelli d'Italia e nel pomeriggio, a differenza di quello che qualcuno dice, incontro anche Forza Italia a cui voglio bene.  Non c'è mai stata guerra con Forza Italia, è un partito che ha sostenuto la mia maggioranza fin quando sono stato in carica, è il partito da cui provengo e che nasce dal partito della famiglia Berlusconi che considero personali amici, è un partito che ha un solido dna garantista e anche nella situazione difficile che ho vissuto, mi ha sostenuto e difeso con grande vigore".

SOLIDARIETA' - "No, non mi sono sentito abbandonato (da una parte del centrodestra, ndr). Non ho la sindrome dell'abbandono e sto benissimo anche da solo. Poi c'è chi ha una sensazione più spiccata e l'ha fatta sentire e chi magari mastica meno questi temi". Così Toti, a Roma dopo aver incontrato il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi, nella sede del gruppo a Montecitorio.

INCHIESTA - Quanto all'inchiesta, Toti osserva: "Non lo so, capisco la concatenazione delle accuse della procura, francamente non ne condivido nemmeno una".

IMMUNITA' - "Io credo che le immunita' della politica siano calate oltre ogni limite. Seguendo un certo populismo e giustizialismo si ritiene che chi fa politica abbia privilegi in sé ma in realtà sono privilegi del potere popolare che li rappresenta. Credo quindi non solo che servirebbe un allargamento delle immunità, dai parlamentari ai ministri, ma questo vale anche per sindaci e governatori come del resto la nostra divisione dei poteri e la nostra legislazione prevedevano prima di Mani pulite".