La Spezia, sciopero a Leonardo e Mbda: "Aumenti salariali e riduzione orario"
di Stefano Rissetto
Leonardi (Uilm): "In molti Paesi europei, tra cui la Francia, sono già in vigore le 35 ore settimanali, ed è ora che anche l'Italia segua questo esempio"
Quattro ore di sciopero e presidio ai cancelli degli stabilimenti Leonardo e Mbda della Spezia, con i metalmeccanici che chiedono il rilancio del tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto nazionale, fermo dal novembre scorso. Una protesta che ha coinvolto un centinaio di lavoratori, tra cui operai e impiegati, che hanno presidiato l’accesso al polo industriale della Difesa di Vallegrande, uno dei più rilevanti a livello nazionale, distribuiti volantini e lanciando le proprie richieste: aumenti salariali e riduzione dell’orario di lavoro.
Aumenti salariali – Tra le principali rivendicazioni, spicca una richiesta di 280 euro di aumento per i lavoratori del settore metalmeccanico, parametrato al quinto livello. Graziano Leonardi, segretario generale Uilm La Spezia, ha spiegato: "Federmeccanica-Assistal si è dimostrata distante su alcuni temi fondamentali per noi, tra cui l’aumento in busta paga e la riduzione dell’orario di lavoro. In molti Paesi europei, tra cui la Francia, sono già in vigore le 35 ore settimanali, ed è ora che anche l'Italia segua questo esempio".
Condizioni di lavoro – La protesta nasce dalla mancanza di progressi nelle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale, sospeso dal novembre 2024. La rottura tra sindacati e Federmeccanica è avvenuta dopo che quest’ultima ha presentato una piattaforma che contrastava con quella approvata dai sindacati Fiom, Fim e Uilm a inizio 2024. Francesco Grilli, segretario Fiom La Spezia, ha ribadito: "La rottura è nata quando Federmeccanica ha presentato una contro piattaforma, in netto contrasto con quella condivisa dal 98% dei lavoratori."
Leonardo e Mbda – Gli stabilimenti coinvolti nella protesta sono cruciali per l’industria della Difesa italiana e europea. Il sito Leonardo della Spezia, ex Oto Melara, impiega circa 1.250 lavoratori diretti ed è al centro di politiche industriali strategiche, come il rinnovo della componente corazzata dell'Esercito Italiano grazie alla joint venture con Rheinmetall. Due commesse miliardarie e un piano di assunzioni che potrebbe portare nuovi posti di lavoro, ma che non sembrano sufficienti a risolvere le problematiche salariali e orarie.
Prospettive e rivendicazioni – Il vicepresidente di Federmeccanica, nonché capo del personale di Leonardo, è visto come una figura chiave per sbloccare la trattativa. Maurizio Rofrano, della segreteria Fim della Spezia, ha auspicato un’immediata ripresa del dialogo: "Contiamo che questa giornata di protesta possa finalmente sbloccare la trattativa, altrimenti siamo pronti a intensificare la lotta". La mobilitazione dei lavoratori sembra destinata a crescere se non si troveranno soluzioni concrete.
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