La logistica italiana e il "franco fabbrica": la sfida (e i rischi) per il futuro

di Redazione

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Signorini: "Lavoro incessante per rendere i nostri porti sempre più collegati con le filiere produttive del nord Italia"

La logistica italiana e il "franco fabbrica": la sfida (e i rischi) per il futuro

La logistica italiana, secondo l’analisi SRM, sta perdendo il controllo del prodotto italiano: il 73% delle esportazioni italiane, contro il 30% di quelle tedesche, francesi e spagnole viene venduta “franco fabbrica”. Il ritiro avviene allo stabilimento del produttore italiano e tutte altre fasi del trasporto vengono decise dal compratore estero, che decide chi utilizzare per il trasporto, dove far transitare la merce, che linea marittima usare, con chi assicurare le merci e che banche usare per finanziare il pagamento delle merci e le eventuali garanzie.

Questo il tema al centro del convegno organizzato in diretta streaming da Camera di Commercio di Genova e Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale con il supporto tecnico di C.I.S.Co – Centro Internazionale Studi Containers e di Promos Italia.

Il senso dell’iniziativa è tutto nel titolo: "Import-Export marittimo di merci containerizzate: un futuro da schiavi?. Controllo italiano ed interessi esteri nel rilancio internazionale dell’Italia post-Covid e l’obiettivo quello di lanciare proposte concrete per recuperare il ruolo dei player nazionali nella prossima ripartenza post-COVID".

A discuterne - partendo dallo studio SRM/ADSP sulla diffusione del franco fabbrica fra le imprese esportatrici italiane, introdotto da Alessandro Panaro di SRM e dal consigliere C.I.S.Co. Sergio Bologna, le principali istituzioni interessate: il direttore generale dell’Agenzia Dogane e Monopoli Marcello Minenna e i presidenti di Camera di Commercio e ADSP Luigi Attanasio e Paolo Emilio Signorini; accanto a loro i vertici di C.I.S.Co Filippo Gallo, Confetra Ivano Russo, Spediporto Alessandro Pitto, Assagenti Paolo Pessina, il vice direttore politiche industriali di Confindustria Giuseppe Mele e il direttore tecnico di Siat Alessandro Morelli.

“Con questa iniziativa - commenta il presidente della Camera di Commercio di Genova Luigi Attanasio - inauguriamo una nuova stagione di collaborazione con la nostra Autorità Portuale di Sistema che si propone di raggiungere, grazie a Promos Italia, le imprese esportatrici della parte più produttiva del Paese e fornire loro le conoscenze e l’assistenza necessaria per assumersi il rischio (ma anche il profitto) del trasporti fino al porto d’imbarco, e anche oltre”

Continua il presidente ADSP del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini “I settori trasportistico e portuale hanno mostrato di essere resilienti nel corso di questa pandemia e sono pronti a ripartire dopo i rallentamenti causati dal Covid-19. I porti di Genova e Savona non si sono mai fermati e hanno confermato imponenti investimenti sia lato terra che lato mare per migliorare e rendere più fluido, efficiente e competitivo l’accesso ai terminals. Ed anche le infrastrutture immateriali sono state e saranno al centro dell’attenzione, con lo sviluppo deciso della digitalizzazione delle procedure e dell’ interfaccia con l’ utenza, sino ai caricatori ed i ricevitori di ultima istanza. Importante quindi portare avanti ogni sforzo di collaborazione fra soggetti istituzionali, come quello con la Camera di Commercio di Genova, con l’obiettivo comune di sviluppare anche un marketing istituzionale nell’ottica di rinsaldare le relazioni con le filiere produttive del nord Italia che sono da sempre la vera forza di mercato del porto, oggi più che mai di fronte alla necessità di fare innovazione logistica”

Chiude il presidente C.I.S.Co. Filippo Gallo: “Siamo pronti a supportare le aziende italiane nell’importante sforzo di recupero delle funzioni logistiche. In particolare C.I.S.Co. si concentrerà sull’expertise maturato nel settore dei traffici containerizzati a temperatura controllata”