La doppia partita della Sampdoria, in campo e fuori: le aspettative di Ferrero, le mosse di Barnaba
di Maurizio Michieli
Tempi stretti per il salvataggio della società mentre le speranze per la squadra sono al lumicino
C'è una partita in campo ed una fuori. Sul terreno di gioco, dopo la sconfitta con la Cremonese, la situazione della Sampdoria è quasi definitivamente compromessa. La squadra di Stankovic continua a subire rimonte e gol negli ultimi minuti: è già capitato sei volte. A colpire è stata la differenza di passo con la Cremonese, che pure era reduce dall'impegno di Coppa Italia: che siano state le gambe o la testa a tradire i blucerchiati, rimane il fatto che nel finale di gara non c'è stato confronto ed i lombardi hanno meritato il successo pieno.
Domenica all'ora di pranzo, in caso di ennesimo boccone indigesto a Lecce, la Sampdoria alzerà bandiera bianca. Solo una vittoria potrebbe tenere accesa una flebilissima fiammella di speranza, in cui però, a parte i tifosi, nessuno sembra più credere.
E poi c'è la partita fuori dal campo, quella societaria, se possibile ancora più complicata e tortuosa. Ferrero (a tutti gli effetti il proprietario del club) non vuole arrendersi, non intende uscire di scena senza una "ricompensa", si fa per dire, da destinare al Trust Rosan e da qui alle sue aziende semi decotte, Eleven Finance e Farvem Real Estate. Ma nessuno è disposto a dargliela, nemmeno in prestito, essendo il valore delle azioni del club blucerchiato sensibilmente diminuito nel corso degli ultimi mesi. La Samp è in una sorta di trappola
Passato prima il treno degli americani del compianto Vialli e poi la cordata anglo-americana di Redstone-Cerberus sul tavolo è restato davvero nulla, se non speculazioni folcloristiche alla Di Silvio o generose ma fantasiose soluzioni alla Kutuzov, che hanno sortito l'unico effetto di consentire a Ferrero di guadagnare tempo, una delle sue specialità.
Ecco perché l'unica strada percorribile, peraltro stretta, rischiosa e piena di buche, rimane quella di Alessandro Barnaba e del suo progetto di salvataggio in extremis.
Con tre grosse incognite, di cui lo stesso Barnaba è consapevole: il poco tempo a disposizione, la compatibilità con le normative federali (il finanziere romano avrebbe ricevuto rassicurazioni in tal senso dai vertici della Figc) e la lucida "follia" di Ferrero, ancora capace di trascinare nel gorgo tutto e tutti.
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