L’incerto avvenire della Carige
di Paolo Lingua
Manca la conferma ufficiale che dovrebbe essere nota al massimo entro 48 ore, se non prima. Ma ormai sembra evidente che la Cassa Centrale Banca di Trento non acquisterà la banca Carige. L’ipotesi d’un proposta emblematica di 1 euro, sembra più una provocazione che una realtà. Da più d’un anno la questione era stata messa al centro delle problematiche del futuro di quella che per oltre quarant’anni è stato l’istituto di credito più importante della Liguria, un asse di collegamento tra mondo economico pubblico e privato e la politica, ma che oggi ha perduto completamente la leadership.
Per la verità, la Carige - che dal 2012 era entrata in crisi in seguito all’arresto e poi ai tanti processi nei confronti dell’ex presidente Giovanni Berneschi e di molti dirigenti – ha visto in pochi anni susseguirsi ai suoi vertici molti presidenti e amministratori delegati, nessuno dei quali, per infinite cause e concause, è riuscito a far uscire l’istituto dalle canne in cui era finito. Anche se la sua contabilità e i suoi bilanci sono stati razionalizzati i bilanci passivi si sono succeduti sino a oggi. La pandemia ha peggiorato la situazione, con la fuga di piccoli azionisti, risparmiatori e clienti. Non solo: sulla banca e su molti suoi ex dirigenti pendono diverse cause civili e penali. Una penale, presso la procura di Milano, a carico dell’ex ad Fiorentino.
E poi cause a livello europeo e presso il tribunale di Genova indette da associazioni di piccoli e azionisti ma soprattutto da parte del gruppo Malacalza che era arrivato a detenere oltre il 27% del pacchetto azionario e che ora, ridotto a poco più del 2%, chiede un risarcimento per poco meno di 500 milioni di danni. Questa è la realtà della Carige, uno stallo che dovrà essere risolto – ma non si sa come e quando – dal Fondo Interbancario che per il momento detiene il controllo (a tutore e non da operatore) della banca. Tutte le ipotesi in aria sono possibili, anche in un momento particolare in cui grosso istituti e banche in crisi si agitano, a cominciare da Unicredit che secondo molto esperti sarebbe interessato ad assorbire il Monte dei Paschi e che potrebbe raccogliere anche la Carige, anche se ci sono molti dubbi in proposito.
La banca ligure non ha avuto, dopo la defenestrazione di Berneschi, gestioni molto felici e brillanti e sovente ci sono state informazioni mediatiche molto confuse e poco lungimiranti che hanno forse dato un’immagine troppo ottimistica della situazione. La Carige, per la sua storia e per il suo ruolo anche sociale sul territorio, meriterebbe di essere salvata, ma non è possibile incamminarsi verso il futuro, senza saldare i conti con il passato.
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