Nel quinquennio 2018-2022 gli infortuni sul lavoro denunciati nel Trasporto e magazzinaggio sono aumentati di oltre il 35%, più del doppio rispetto all’incremento del 15,6% registrato nello stesso periodo per l’intera gestione assicurativa dell’Industria e servizi.
Considerando i soli casi mortali, invece, il dato è rimasto invariato, con 177 decessi denunciati sia nel 2018 che nel 2022, a fronte di un calo del 4,3% nel complesso dell’Industria e servizi.A questo comparto, che l’anno scorso ha dato lavoro a quasi 1,2 milioni di persone, più della metà delle quali impiegate nei trasporti terrestri (ferroviari, stradali e mediante condotte), più di un terzo in attività di magazzinaggio e supporto, circa il 7% nelle attività postali e di spedizione espressa, il 4% nei trasporti marittimi e l’1% in quelli aerei, è dedicato il numero di settembre del periodico Dati Inail, curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto.
Un caso su 10 in occasione di lavoro è avvenuto con mezzo di trasporto. Dei 157.283 infortuni definiti positivamente in occasione di lavoro nel quinquennio analizzato, uno su 10 è avvenuto con mezzo di trasporto, percentuale molto più elevata, come era prevedibile, rispetto al 4,1% dell’Industria e servizi. Con l’11,0% dei casi complessivi il Trasporto e magazzinaggio è al terzo posto per incidenza sul totale degli infortuni dell’Industria e servizi, preceduto soltanto dalla Sanità (24,3%) e dal Manifatturiero (21,9%). Stessa posizione con il 14,0% anche per i casi mortali, che vedono il primato negativo del settore delle Costruzioni (21,2%), seguito dal Manifatturiero (15,2%).
La fascia di età più colpita è quella tra i 45 e i 49 anni. A conferma di una manodopera a forte prevalenza di uomini rispetto alle donne, oltre l’84% degli infortuni definiti positivamente in occasione di lavoro nel Trasporto e magazzinaggio tra il 2018 e il 2022 riguarda lavoratori di sesso maschile. Le fasce di età più colpite sono quelle tra i 45 e i 49 anni (14,9% del totale), tra i 50 e i 54 anni (14,0%) e tra i 40 e 44 anni (13,7%). I lavoratori infortunati sono per il 75,5% italiani e il 24,5% stranieri, percentuale quest’ultima superiore al 19,1% dell’intera gestione Industria e servizi. Poco meno di sei infortuni su 10 avvengono al Nord (30,2% Nord-Ovest, 29,2% Nord-Est), il 21,3% al Centro, 13,1% al Sud e il resto nelle Isole. La Lombardia, con il 18,7% del totale, è la regione più colpita, seguita da Emilia Romagna e Veneto.
L’8,3% degli incidenti è concentrato nelle ore notturne. Dall’analisi della distribuzione degli infortuni per ora solare di accadimento emerge che in questo settore la maggior parte è concentrata nelle ore centrali della giornata lavorativa (il 47,0% nella mattina e il 36,2% nel pomeriggio), con una quota importante (8,3%) nelle ore notturne, tra la mezzanotte e le 7. La stessa percentuale per l’intera gestione Industria e servizi è pari al 5,8%, a dimostrazione del fatto che l’attività del Trasporto e magazzinaggio, più che in altri ambiti, è svolta anche nelle ore notturne, con tutti i rischi che ne conseguono. Le conseguenze più frequenti degli infortuni sono contusioni (37,4%), lussazioni e distorsioni (30,1%), fratture (16,3%) e ferite (11,0%).
Elevata l’incidenza delle patologie muscoloscheletriche. Per quanto riguarda le malattie professionali, quelle denunciate all’Inail tra il 2018 e il 2022 sono state in media 2.600 all’anno, con un evidente calo solo nel primo anno della pandemia da Covid-19 (2.172 nel 2020), un’immediata ripresa nel 2021 (2.595) e un ulteriore aumento nel 2022, con 2.838 casi protocollati che rappresentano un picco per il settore, come rilevato del resto nell’intera gestione Industria e servizi. Due terzi delle denunce del quinquennio riguardano la componente dei trasporti, quasi esclusivamente terrestri, e più di un quarto il magazzinaggio e l’attività di supporto, mentre l’incidenza dei servizi postali e di corriere è del 6%. Con 2.254 denunce, pari all’80,5% dei casi codificati nel settore, nel 2022 le patologie più frequenti sono quelle di natura muscoloscheletrica, con un’incidenza seconda solo a quella registrata nel settore della Sanità e assistenza sociale (83,9%) e ben superiore a quella media rilevata nell’insieme dell’Industria e servizi (71,3%).