Il primo giornale al mondo fatto dall'intelligenza artificiale: non suda, non puzza ma non c'è anima

di Paolo Zerbini

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Il Foglio ha tentato un esperimento che mostra, però, tutti i suoi limiti

Il primo giornale al mondo fatto dall'intelligenza artificiale: non suda, non puzza ma non c'è anima

Martedì 18 marzo, Il Foglio, quotidiano nazionale di Milano (fondato da Giuliano Ferrara), ha pubblicato il primo giornale al mondo realizzato con l’Intelligenza Artificiale. L’esperimento durerà un mese. Lo trovate in edicola, se volete. Il Foglio AI viene regalato con il quotidiano. Idea del nuovo direttore Claudio Cerasa. Realizzato con ChatGPT.

Ma com’è? Scritto bene, naturalmente. Pieno di cose (22 articoli + 3 editoriali), ma non suda, non ha umore, non c’è l’anima. Non c’è lo sguardo del cronista, il fatto d’andare sul posto a vedere. La telefonata a mezzanotte, l’occhiata dietro ai fatti. L’intuizione di come stanno, davvero, le cose. Non c’è la firma.

Certo, Il Foglio (10 pagine) è un quotidiano di opinione, non di cronaca. Parlare di Trump, Putin, Meloni, di economia e aziende, ecc. credo sia più facile per l’AI, meno esposto ad errori.

Gli articoli nascono dalle domande rivolte all’AI dai giornalisti del Foglio, che suggeriscono anche il taglio.
Ma il risultato, anche secondo il direttore, non ha nevrosi. Il giornale è un luogo di discussioni, di confronto.

L’Intelligenza Artificiale non ha casa. È perfetta, ma per riassumere le notizie.

Il futuro, invece, è già affacciato alla porta delle grandi aziende italiane. Una su quattro, con ricavi oltre i 500 milioni, la prevede già. E nei settori di energia e telecomunicazioni, quasi una su due ha individuato il percorso.

Ma i giornali — e i loro derivati moderni — hanno ancora bisogno del cervello, della passione, dell’intelligenza umana.

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