Giro dell'Appennino in diretta su Telenord: un evento di popolo
di Gilberto Volpara
Appuntamento in tv con la cena di gala al sabato ore 20 e con la gara domenica dalle 15 (nella foto Angela dei Ricchi&Poveri con Cribiori)

La narrazione – termine moderno, spesso, senza sostanza – del Giro dell'Appennino va indietro di quasi un secolo. C'è di tutto, grandi contenuti con firme da capogiro: da Coppi a Gimondi, da Baronchelli aPantani a Nibali a Froome.
Ma sono persone e posti a rendere unico un tracciato, oggi, con traguardo nel salotto di via xx settembre per regalare almondo la cartolina di piazza De Ferrari non secondaria a quella dei Campi Elisi parigini, quest'anno, non in programma per lasciare spazio alle Olimpiadi.
Ricordi e sentimenti di chi ama il ciclismo e la propria terra. Episodi rimasti, per troppi decenni, al chiuso delle singolefamiglie e che, invece, dovrebbero diventare patrimonio di una collettività per una ricchezza ben superiore allo sport.
L’Appennino è storia popolare di Valpolcevera e pure di Vallescrivia, rimarcata quest’anno dalla diretta di Telenord - a partire dalle 15 di domenica 14 luglio e già sabato alle 20 con l'antipasto dell'Appennino d'Oro da Campomorone - attraverso gli affascinanti tornanti che conducono al più profondo entroterra genovese.
Ulteriore testimonianza, l’immagine 1964 offerta da Fulvio Rapetti, nipote di Pistin Ghiglione, con Angela Brambati dei Ricchi&Poveri madrina del podio con Franco Cribiori.
Ai giovani millenials manca l’emozione di un incontro ravvicinato con un grande campione alla punzonatura - il foglio iscrizioni - della vigilia presso l’ex municipio di via Poli. Ai ragazzi del 2024 viene meno la speranza di un incontro, a tu per tu, con i grandi nomi visti in tv. Momenti che chi festeggia compleanni dai 35 in avanti ha vissuto nel proprio cuore e nessun ciclismo votato ai soldi potrà mai cancellare.
Salire da bambini insieme al proprio papà sulla Bocchetta e farlo dai Giovi in sella a un cinquantino resta l’immagine della festa. Una scelta infarcita, pure, da un certo sacrificio fisico. In mezzo al bosco, il motorino arrivava fin dove poteva, poi, avanti a piedi conbuona gamba. E al ritorno ancora più veloce perché l’obiettivo doveva essere il doppio passaggio: vedere i primi transitare davanti al monumento di Pistin sulla vetta e poi scrutare, a bordo strada, l’avvio della planata sui 472 metri del Passo tra Scrivia e Polcevera che, dopo aver scalato la Castagnola, avrebbe proiettato il gruppo a Pontedecimo.
Aneddoti memorabili come quelli che i fratelli del Bar Nazionale potrebbero raccontare sulle notti in albergo pre Giro. Emozioni non più conservabili nei cassetti. Sabato e domenica in diretta su Telenord.
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