Genova, senza il calpestio dei passanti piazze e promenade ritrovano l'erba

di Michele Varì

Ora gli Unni siamo noi: grazie alla quarantena corso Italia, piazza Matteotti e De Ferrari si sono tinte di verde

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Gli Unni ora siamo noi, la certificazione arriva dalla quarantena. Il lastricato di piazza Matteotti, i sanpietrini di De Ferrari, le mattonelle della passeggiata di corso Italia da giorni sono punteggiati da ciuffi d'erba come non era mai accaduto, come piazza Navona a Roma, piazza del Campo a Siena e piazza Plebiscito a Napoli. 
Un effetto prevedibile, raccontano i giardinieri: noi cittadini, i barbari dell'era moderna, obbligati a stare in casa per la quarantena, non calpestiamo più le strade e l'erba e la natura, complice la primavera, tornano protagoniste, e si riprendono gli spazi. 

Cartoline, aldilà di ogni altra considerazione, a volte suggestive.

L'album delle immagini di Genova in questi giorni di quarantena racconta di ciuffi d'erba e altra vegetazione spuntati in angoli dove non s'erano mai visti così fitti e rigogliosi. Sui gradoni della stazione ferroviaria di Brignole ora occupati quasi solo da chi in casa non può restare perchè non ce l'ha , erba e fiori s'intravedono persino fra i dehor chiusi da troppo tempo di via San Vincenzo, altra strada pedonale che beneficia della mancanza di passanti, dove però la primavera regala anche le gemme dei rari alberi in fiore. 

Anche piazza Martinez, a San Fruttuoso, si è tinta di verde: e finalmente il lastricato con un po' di fantasia somiglia davvero al campo di calcio sognato dalle tante generazioni di ragazzi che lì sono cresciuti trasformando le panchine in porte per accese partite di calcio.

Il ritorno alla natura a causa dell'emergenza sanitaria è confermato dalla apparizione di animali che di solito fra le case e i sapiens non si vedono, un capriolo sulla spiaggia di Camogli, cinghiali ovunque, e non solo nel greto del Bisagno dove sono di casa insieme ai fagiani e altri uccelli.

Qualcuno ha provato ipotizzare che l'erba possa essere tornata a infestare, si fa per dire, le vie di Genova perchè proprio da quest'anno lo sfalcio del verde non è più gestito dai giardinieri di Aster ma da ditte in appalto diretto con il Comune, la cattiveria però è smentita proprio dalle immagini delle altre città. Il fenomeno del verde urbano è segnalato in ogni latitudine non solo a Roma dove il sindaco pensava di fare brucare l'erba del Colosseo da un gregge di pecore: a fare la differenza, sono le scarpe dell'uomo. E' se era vero che dove passava Attila non cresceva più l'erba, adesso prendiamone atto, e la quarantena lo conferma: i nuovi Unni, siamo noi. Fermi noi, l'erba spunta anche dove non si era mai vista.