Genova ripensa al turismo ai tempi del covid-19
di Redazione
Gli operatori del settore riuniti per fronteggiare l'emergenza: “Serve una strategia condivisa”
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Estesi gli orari dei musei, dimezzati i posti sui bus turistici e nelle sale degli spettacoli, una spinta alle attrazioni alternative e sconosciute. La macchina del turismo genovese si mette in moto: oggi su invito del Comune si è riunito per la prima volta il gruppo di lavoro per rilanciare il turismo genovese all'insegna della sicurezza. Genova sarà, grazie alle contromisure che verranno prese da albergatori e operatori del settore, un meta sicura per il turismo.
All'incontro virtuale erano presenti tutti i maggiori operatori, dalle guide turistiche ai battellieri, dall'aeroporto a Costa Crociere, dagli albergatori alle piattaforme per le prenotazioni digitali, dall'Acquario al Porto Antico, dal Teatro Carlo Felice alla Camera di Commercio, da Confindustria ad Ascom e al Mibact.
Obiettivo del Comune, in questa fase, è di monitorare i flussi turistici e di individuare nuovi percorsi, un obiettivo condiviso dall'Università di Genova che, con il prorettore Marco Invernizzi, pensa per i prossimi mesi a un turismo “con più vincoli, non legato esclusivamente ai grandi eventi, ma semmai a manifestazioni spalmate su tempi più lunghi e su un territorio più ampio, a un meccanismo di prenotazione controllata, alla riscoperta di mete insolite, con il rilancio dell'entroterra, e di patrimoni storici fruibili da piccoli gruppi”.
“Anche se ancora non si sa quando ripartire e a quali condizioni – spiega l'assessore allo Sviluppo Economico Turistico e Marketing Territoriale Laura Gaggero – non vogliamo farci trovare impreparati e per questo siamo tra i primi Comuni in Italia a riunire in modo organico tutti gli operatori per una strategia condivisa. Al tavolo c'erano tanti fuoriclasse di squadre diverse, che hanno deciso di giocare la partita del cuore per Genova. Non sono emerse solo le pur drammatiche difficoltà del momento, ma tanti spunti per ripartire tutti insieme, li condividerò con la giunta comunale. Accolgo con favore, ad esempio, la richiesta arrivata da più parti di un corso e un decalogo sull'accoglienza sicura ai tempi del Coronavirus, con le pratiche da seguire per evitare il contagio e al tempo stesso garantire l'attività. Come città, siamo già conosciuti per la capacità organizzativa, non avremo difficoltà a comunicare Genova come meta turistica sicura. Già da prima dell'emergenza Coronavirus come Comune abbiamo inoltre lanciato con alcune città, come Milano, Torino e Parma, gli accordi sul turismo di prossimità. Proseguiremo su questa strada visto che, almeno in una prima fase, bisognerà puntare sul turismo italiano”.
Il comparto sta dando un contributo – ad esempio con la messa a disposizione gratuita di alcuni alloggi per il personale sanitario – ma lo stop forzato rischia di essere letale per molte aziende. Per questo il Comune di Genova, insieme agli altri Comuni italiani, si sta facendo portavoce delle richieste del settore al ministro Franceschini, con il quale gli assessori dei vari Comuni hanno fissato un incontro nei prossimi giorni.
La richiesta che viene dal settore – ad esempio per bocca di Beppe Costa, vicepresidente di Confindustria Genova – è di non limitarsi al rinvio delle tasse, ma di dare un contributo economico a fronte degli introiti persi e per far fronte alla mancanza di liquidità. Soprattutto, le richieste sono di un sostegno economico non limitato alla cassa integrazione, che non permette di utilizzare i lavoratori per la ripartenza, ma di un sostegno agli stipendi che consenta di far lavorare gli operatori già adesso, così da poter attrezzare strutture e procedure nuove, adeguate all'emergenza.
Dall'incontro è venuta fuori l'idea di lanciare il messaggio di Genova come città sicura per il turismo. E tanti operatori si stanno già attrezzando. Ad esempio gli operatori dei bus che effettuano tour turistici, che hanno ridotto la capienza massima da 55 posti a 18/20. E ancora: tour con gli auricolari per non essere costretti a stare tutti vicini ad ascoltare la guida.
Palazzo Ducale sta incontrando virtualmente in questi giorni i direttori dei musei cinesi, per confrontarsi con le loro nuove modalità di fruizione degli spazi museali, come ad esempio la capienza al 50 per cento, i rilevatori di temperatura, le visite solo su prenotazione e biglietti online, orari di apertura prolungati anche di sera per scaglionare meglio i visitatori.
Una delle richieste al Comune, per evitare le sovrapposizioni e gestire meglio i flussi, è anche di pensare a un calendario condiviso con gli eventi previsti nei prossimi dodici mesi.
È allo studio una collaborazione tra gli operatori degli spettacoli su più fronti. Il Salone del maggior consiglio di Palazzo Ducale, che a regime ospita 550 persone, potrebbe per esempio essere impiegato riducendo la capienza per spettacoli del Teatro della Tosse.
Il Teatro Carlo Felice pensa a piccoli concerti negli spazi aperti, per pochi spettatori in loco e molti di più in streaming. Un modo anche per rilanciare piazze e chiese, anche quelle meno battute dai flussi maggiori di turisti. Così come i tour operator si stanno attivando per creare tour con piccoli gruppi in location e palazzi meno conosciuti e poco aperti al pubblico ma che racchiudono delle perle.
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