Genova, presentati sportello informativo mobile per persone migranti e centro servizi di prima accoglienza

di Riccardo Olivieri

2 min, 12 sec

Il centro diurno "One stop shop" si trova in vico Tacconi e sarà aperto di pomeriggio; il viaggio dell'unità mobile invece avrà inizio la prossima settimana

Genova, presentati sportello informativo mobile per persone migranti e centro servizi di prima accoglienza

L’unità mobile scalda i motori: la prossima settimana infatti avrà inizio il viaggio dello sportello informativo itinerante per persone migranti presentato questa mattina in piazza De ferrari, mentre da oggi ha aperto in vico Tacconi il centro servizi "One stop shop" (la dicitura 'shop' potrebbe far pensare ad un negozio ma il servizio è gratuito, ndr). Il tutto rientra nel progetto europeo Lgnet 3 (perché giunto alla terza edizione), finanziato dal Fami (Fondo asilo, migrazione e integrazione) e guidato dal Ministero dell'Interno, che si pone come obiettivi l'inserimento socio-lavorativo e abitativo per persone migranti. L'obiettivo in questa fase è di assistere almeno 400 persone, di cui 200 con una presa in carico psicosociale e 120 da accompagnare verso l'autonomia abitativa.

Tre filoni - Il progetto si suddivide in tre filoni principali. Rispetto all'edizione precedente, Lgnet2, le novità riguardano appunto l'unità mobile e il centro servizi, che offrono supporto informativo, educativo e psicologico; per le famiglie inoltre viene messo a disposizione un servizio di baby sitting. L'unità mobile, attiva quattro giorni alla settimana nelle piazze e nei luoghi di aggregazione principali della città, avrà soprattutto il compito di intercettare la fetta di popolazione migrante che difficilmente si avvicina ai servizi territoriali e indirizzarla verso i servizi di cui hanno bisogno. Sia nell'unità mobile che nel centro diurno saranno presenti un educatore e uno psicologo, nel centro ci saranno anche un mediatore culturale e uno immobiliare. Un altro filone del progetto riguarda infatti la sperimentazione di un sistema ad hoc finalizzato all'autonomia abitativa delle 300 persone ospitate nei centri Sai (Sistema accoglienza integrazione), i sistemi di accoglienza dei Comuni. L'obiettivo è quello di far incontrare chi dopo aver raggiunto l'autonomia lavorativa sul territorio ha bisogno di un'abitazione con chi ha a disposizione spazi, che quindi possono essere anche privati e non solo pubblici. Gli spazi verranno scelti a seconda delle esigenze degli individui o delle famiglie, sempre nella piena tutela di entrambe le parti.

Il primo filone invece vede un inserimento socio-lavorativo e poi lavorativo vero e proprio delle persone migranti, attraverso attività di coinvolgimento civico che riguardano per esempio la cura e il decoro degli spazi cittadini, come la pulizia dei cimiteri.

Lavorare e abitare - È più facile inserirsi nel mondo del lavoro che trovare una casa. "Spesso il lavoro è povero, anche quando è in regola - spiega Manuel Sericano, direttore di Agorà che è uno degli enti capofila del progetto -. Il mismatch nasce anche dal fatto che spesso questi cittadini non hanno famiglie che possono garantire la loro posizione o una rete di supporto. Con questo progetto creiamo percorsi di supporto".

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