Genova, nuovo atto vandalico contro la statua di Giorgio Parodi in Mura delle Capuccine
di Marco Innocenti
La scritta "Agli anarchici il carcere, ai fasci le statue". I familiari del fondatore di Moto Guzzi: "Temiamo siano solo strumentalizzazioni politiche"
Non c'è pace per la statua di Giorgio Parodi, l'aviatore genovese fondatore del celebre marchio Moto Guzzi. Nella notte, infatti, la statua è stata di nuovo imbrattata con scritte e simboli legati agli ambienti anarchici e non solo: "Agli anarchici il carcere, ai fasci le statue", la scritta tracciata con vernice spray insieme ad una A inserita in un cerchio, tipico simbolo del movimento anarchico. Sul petto della statua, come se non bastasse, la scritta "LGBT".
Quello di stanotte è il secondo episodio di vandalismo ai danni della statua, che fin dal momento della sua inaugurazione ha diviso gli animi. Contestata da molti perché ritrae Parodi con la divisa dell'aviazione militare. A ottobre, poi, la statua era stata imbrattata con vernice marrone, tanto che all'inizio si era pensato a degli escrementi, ipotesi poi smentita anche da Elena, nipote del fondatore del marchio Guzzi, nel corso di un'intervista esclusiva a Telenord.
Gli stessi familiari, dopo questo nuovo atto vandalico, hanno deciso di tornare a difendere la memoria di Giorgio Parodi con un lungo comunicato stampa nel quale vengono ripercorse le tappe della vita del fondatore di Moto Guzzi, sottolineando come - ad esempio - l'uniforme sia quella indossata da qualunque aviatore, fino addirittura quasi ai giorni nostri, rinnegando quindi ogni vicinanza al regime fascista, e ricordando come Parodi fu sempre molto attivo nella solidarietà non solo verso i dipendenti della Guzzi ma anche in mille altre iniziative benefiche.
"Ciò documentato - scrivono i familiari di Giorgio Parodi - pur rispettando la libera manifestazione di pensiero e azioni in un contesto di legalità e democrazia, invitiamo quanti hanno reagito violentemente a meglio approfondire la materia, acquisire informazioni storicamente documentate e disinnescare pericolose campagne d’odio contro chi ha creato lavoro e portato benessere sociale per molte famiglie, oltre ad avere sempre generosamente sostenuto istituti come il Don Orione".
"Giorgio Parodi non ricopri alcuna carica politica, in nessun periodo storico - ricordano - Fu semplicemente un genovese onesto ed operoso, figura di raccordo tra il mondo civile e quello militare, che compi il proprio dovere, in un periodo assai difficile. Riteniamo inoltre che avviare attività denigratorie della figura di Giorgio Parodi arrechi danno all'immagine della nostra città, allontanando potenzialmente i numerosi "turisti guzzisti", che porterebbero positive ricadute economiche sulle attività commerciali locali, già duramente colpite dal periodo pandemico tuttora in corso".
"E’ nostro timore, che ci auguriamo infondato, che tali attività denigratorie siano state mirate alla strumentalizzazione politica per fini di mera visibilità di alcuni, quando di politico invece non c'è proprio nulla. Pertanto ci dichiariamo da subito disponibili, nel rispetto della piena espressione di libertà di pensiero, a fornire riscontri sulla vita e le opere di Giorgio Parodi, nella speranza di contribuire così ad una dialettica costruttiva. Le fonti che mettiamo a disposizione sono basate su documenti attendibili, hanno richiesto il lavoro di 2 anni e il supporto di storici e ricercatori, e sono costituite anche da moltissimi documenti e lettere dell’epoca".
"Tuttavia - proseguono i familiari - nel caso non si possa avviare un dialogo costruttivo, la famiglia si riserva in ogni caso di valutare attentamente quanto già affermato e diffuso e quanto potrà essere pubblicamente dichiarato in seguito che possa ritenersi gravemente lesivo dell’onorabilità di un genovese onesto e operoso, rimandando eventualmente ad altra sede la discussione. Il nostro auspicio e forte desiderio è però che la vicenda possa essere correttamente ricomposta, si possano presto vedere le sue moto fotografate, numerose, insieme a lui, come già nei molti “post” in circolazione sui social network, e che Genova possa ospitare numerosissimi “guzzisti” da ogni parte del mondo e raccontare la nostra città e le sue bellezze".
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