Genova, le aziende non trovano professionisti specializzati: "in fumo" 16mila possibili assunzioni

di Marco Innocenti

Da gennaio a giugno le imprese prevedevano 38mila nuovi contratti: il 42% non ha trovato candidati. Ma non è solo colpa del reddito di cittadinanza

Il lavoro c'è, a mancare sono i lavoratori. Un "mantra" che, negli ultimi mesi, abbiamo sentito declinare spesso, soprattutto legato al tema del reddito di cittadinanza ma la questione potrebbe essere un po' più articolata. A Genova, secondo quanto riferisce lo studio presentato da Confindustria, nel primo semestre del 2022 le aziende prevedevano di assumere 38 mila nuove figure professionali ma oggi, sebbene i dati non siano ancora definitivi, il rischio è che ben 16mila di queste ricerche possano non andare a buon fine. Un dato che rappresenta ben il 42% del totale.

"Esiste questo problema – afferma il responsabile del Centro Studi di Confindustria Genova Giacomo Franceschini - I posti vacanti ci sono e sono molti. La causa va ricercata in una grave inefficienza del mercato del lavoro nel far dialogare domanda e offerta, che porta le aziende ad avere molte difficoltà nel reperire le figure professionali necessarie”.

 Come detto, però, per le aziende non si tratta solo di avere a che fare con il reddito di cittadinanza, misura di sostegno al reddito spesso additata come un incentivo a stare a casa. Solo nei casi di contratti di breve durata, infatti, sempre secondo Confindustria, il reddito di cittadinanza fa propendere il lavoratore per il restare a casa. In tutti gli altri casi, infatti, le cause che spingono i lavoratori a rifiutare vanno ricercate in un'inadeguatezza della retribuzione, nell'indisponibilità a turni o festivi e alla mancanza delle competenze richieste dalle aziende.

Il tutto unito poi a quella che gli operatori definiscono l'ondata delle “grandi dimissioni”, magari rinviate nel periodo pandemico. Le dimissioni nel 2021 sono cresciute del 9,2% in Liguria rispetto al 2019, accompagnate però in quasi la metà dei casi da una rapida ricollocazione nel mondo del lavoro: il 40% addirittura in appena una settimana.