Genova: il regista Gabriele Mainetti lunedì 24 marzo al cinema America per presentare "La città proibita"
di Stefano Rissetto
"Mi sono ispirato a un tipo di cinema che affonda le sue radici nelle opere di Sergio Leone, che a sua volta si era ispirato a Kurosawa"

Il regista Gabriele Mainetti sarà presente al cinema America di Genova, in via Colombo 11, lunedì 24 marzo 2025 alle ore 21, per la proiezione del suo nuovo film "La città proibita". Questo è il suo terzo lungometraggio dopo "Lo chiamavano Jeeg Robot" e "Freaks Out". Il cast include, tra gli altri, Enrico Borello, Yaxi Liu, Marco Giallini, Sabrina Ferilli, con la partecipazione di Luca Zingaretti. L'incontro sarà moderato da Francesca Savino del Gruppo Ligure Critici Cinematografici SNCCI.
Omaggio - “La città proibita” è un tributo al cinema di Hong Kong, con un mix di kung fu e ambientazioni romane. Mainetti ha spiegato in un'intervista a Fanpage: "Mi sono ispirato a un tipo di cinema che affonda le sue radici nelle opere di Sergio Leone. Leone, a sua volta, si è ispirato a Kurosawa e ai "Sette Samurai", che hanno influenzato anche "I Magnifici Sette". Nel film c'è uno straniero che arriva in una città e finisce nel bel mezzo di due mondi in conflitto. In "La città proibita" questo conflitto si esprime attraverso due ristoranti: una trattoria cinese controllata da un mafioso locale e una trattoria italiana, dominata da un altro criminale del quartiere Piazza Vittorio. La storia nasce da questa idea. Mi divertiva pensare che lo straniero fosse una donna, anche se non ricordo esattamente perché".
La storia - La trama del film inizia nel 1979 in Cina, dove due genitori, per sfuggire alla legge sul figlio unico, mettono al mondo due bambine, Yun e Mei. Mei, però, deve vivere nascosta per evitare che la sua famiglia venga denunciata. Arriviamo poi ai primi anni Novanta, quando Mei si trova a Roma, nel quartiere Esquilino, dove lavora in un ristorante cinese chiamato "La città proibita". Questo luogo diventa il punto di partenza della sua ricerca per ritrovare la sorella maggiore, che è finita a fare la prostituta nella capitale. Dallo scontro tra le due si sviluppano le dinamiche d'azione, che già avevano fatto emergere lo stile unico di Mainetti in "Lo chiamavano Jeeg Robot", creando un mix di dramma e azione che caratterizza la sua cifra stilistica.
L'artista - Gabriele Mainetti, nato a Roma il 7 novembre 1976, è un regista, attore, compositore e produttore cinematografico italiano. Dopo aver realizzato i cortometraggi “Basette” e “Tiger Boy” – quest’ultimo selezionato nella shortlist dei cortometraggi live action agli 86esimi Academy Awards – nel 2015 dirige e produce con la sua Goon Films “Lo chiamavano Jeeg Robot”. Il film ottiene un grande successo, vincendo 7 David di Donatello, 2 Nastri d'Argento, 4 Ciak d'Oro e il Globo d’Oro, tra numerosi altri riconoscimenti. Nel 2018 produce e dirige il suo secondo lungometraggio, “Freaks Out”, coprodotto da Goon Films insieme a Lucky Red, GAPbusters e in collaborazione con Rai Cinema. Il film ottiene 16 nomination ai David di Donatello 2022, vincendo 6 statuette, e conquista 3 Nastri d’Argento nello stesso anno. Nel 2025 dirige il suo terzo film, “La città proibita”, una produzione Wildside, una società del Gruppo Fremantle, Piper Film e Goon Films. Parallelamente alla carriera di regista, Mainetti porta avanti l’attività di produttore con la sua Goon Films, realizzando diversi cortometraggi e lungometraggi. Ha inoltre scritto la sceneggiatura e composto le musiche di tutti i suoi lungometraggi, collaborando con importanti sceneggiatori e compositori italiani.
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