Genova, ora in pizzeria si va di giorno: perché la notte fa paura

di Redazione

In crisi anche i locali lontani dalle "zone di attenzione": cali sino all'80% e da lunedì per qualcuno torna la cassa integrazione

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Per molti genovesi il coprifuoco è già una triste realtà perchè se lo sono "autoimposto" e di sera salvo necessità ormai non escono mai di casa.

Neppure per una pizza. La tendenza indotta dalla seconda ondata di contagi trapela dalle parole di Antonio, il titolare della catena di ristoranti e pizzeria Del Ponte, sei locali fra Recco, Genova e Milano, che dalla pizzeria di via De Gaspari, ad Albaro, rivela che ora si lavora più a pranzo che di sera. "Ma la crisi è netta visto che abbiamo perso quasi il 50%dei clienti" aggiunge l'imprenditore, spiegando poi che se nel primo lock down il locale di Milano aveva subito il calo più vistoso adesso tutti le pizzerie, (note anche per la focaccia di Recco, dove è nato il primo locale, all'altezza del ponte dell'Autostrada) hanno risentito in ugual misura della crisi. Come a dire: anche dalla pizzerie si conferma che questa seconda ondata di contagi colpisce nella stessa misura Genova e la Liguria come Milano e la Lombardia.

Chi risente della crisi in modo ancora più netto è la storica pizzeria Piedigrotta di corso Torino, un locale tradizionale tramandato da campani originari di Salerno, che ammettono un calo di lavoro anche dell'80%: "Da lunedì saremo costretti a mettere in cassa integrazione alcuni dipendenti" ammette avvilito Raffaele, uno dei titolari, che aggiunge: "È stata un'estate abbastanza buona, ma adesso è dura, si fatica, già da una settimana il lavoro è crollato, e pure con la metà dei coperti come impongono le distanze per evitare i contagi, riusciamo a riempire solo il 10% dei posti".