Genova-Capo Nord a piedi, l'avventura di Pedersoli per aiutare i bimbi con autismo

di Simone Galdi

Nove mesi di cammino per sensibilizzare il pubblico sul disturbo e raccogliere fondi per i Delfini di Prà

Da Genova a Capo Nord a piedi: ma cosa ti è venuto in mente, caro Massimo Pedersoli?

E' la prima domanda che la maggior parte dei curiosi potrebbe rivolgere a questo genovese dal cuore grande e dalle gambe più che allenate, partito lo scorso inverno da Prà e arrivato sull'isola di Magerøya, nel punto più settentrionale di questa parte di mondo. Lassù, in cima alla Norvegia polare, non ha soltanto sventolato la bandiera di Genova capitale europea dello sport 2024.

Messaggio - Massimo ha portato un messaggio importante, di sensibilità e di solidarietà: chilometro dopo chilometro per parlare di autismo, per promuovere una maggiore consapevolezza su questo disturbo e per raccogliere fondi utili ad un percorso di psicomotricità per bambini con disabilità. Il sostegno del Comune di Genova, delle Piscine di Prà (dove bambini affetti da autismo trovano attività dedicate) e di tante associazioni e semplici cittadini ha spinto Pedersoli attraverso il sentiero E1, che dalla Superba attraversa l'Italia del nord, Svizzera e Germania, Danimarca e Svezia, per poi affrontare le montagne scandinave del paese dei fiordi.

Impresa - Un grande risultato sportivo, è vero, ma soprattutto un'impresa di umanità, testimoniata dagli incontri, dalla grande diffusione del messaggio anche attraverso i social, dal seguito creato specialmente nelle famiglie dove abitano bambini con autismo. Il nostro grazie a Massimo Pedersoli per aver realizzato questa doppia, grande impresa. Ma soprattutto grazie per averci ricordato che per portare un aiuto agli altri è possibile, ci vuole sacrificio, ma si può fare. Lui lo ha fatto, da Genova a Capo Nord.
Per tutti noi c'è ancora la possibilità di aiutare il suo progetto: la raccolta fondi continua e attraverso i canali social di Massimo ciascuno può trovare il modo di contribuire.