Genova, arrestati quattro presunti terroristi degli ambienti anarchici

di Redazione

L'operazione di polizia, partita dalla Procura del capoluogo ligure, ha coinvolto anche Spezia e Massa Carrara: cinque indagati hanno l'obbligo di dimora

La Polizia di Stato di Genova, La Spezia e Massa Carrara ha eseguito 9 misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Genova su richiesta della Procura per i reati di associazione con finalità di terrorismo, istigazione e apologia con finalità di terrorismo e offesa all'onore e al prestigio del Presidente della Repubblica, a carico di altrettanti militanti anarco-insurrezionalisti appartenenti alla compagine afferente al circolo anarchico "Goliardo Fiaschi" di Carrara.

Un indagato di 27 anni è stato sottoposto alla misura della custodia in carcere; tre indagati, tra i 56 e i 35 anni, sono agli arresti domiciliari, mentre altri cinque (di età compresa tra i 47 e i 29 anni) hanno l'obbligo di dimora. Sono anche state eseguite 10 perquisizioni locali, personali e informatiche nelle province di Bergamo, Lucca, Massa Carrara, L'Aquila e Perugia con il concorso delle Digos competenti per territorio. 

L'indagine dei poliziotti della Digos ha messo in evidenza l'esistenza di un'associazione con finalità di terrorismo dedita, scrive chi indaga, "all'ideazione, predisposizione, redazione, stampa e diffusione della pubblicazione clandestina denominata "Bezmotivny - Senza Motivo", quindicinale divenuto principale strumento di promozione e diffusione del messaggio anarchico più oltranzista, la cui prima edizione risale al dicembre 2020".

Secondo l'accusa i nove indagati avrebbero partecipato - condividendone e diffondendone dinamiche e strategie - alla Fai/Fri, l'organizzazione eversivo-terroristica Federazione Anarchica Informale - Fronte Rivoluzionario Internazionale. Nella rivista Bezmotivny sono state pubblicate interviste e scritti di Alfredo Cospito, l'anarchico condannato in via definitiva per la gambizzazione dell'allora manager di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi, "celebrate" le bombe spedite al colonnello della Folgore Alessandro Albamonte nel 2011 e al Sappe di Modena, e al presidente di Confindustria Brescia.

E ancora, fatto apologia dell'attentato terroristico contro la sede della Lega a Villorba ad agosto 2018. Attraverso il giornale, poi, sono state pubblicate le rivendicazioni degli attentati più significativi e di maggiore impatto mediatico, secondo l'accusa "anche allo scopo di stimolare i lettori a compierne di ulteriori". Tra questi, solo per citarne uno, l'attentato ad Atene di dicembre 2022 a Susanna Schlein, vice Ambasciatrice italiana in Grecia.

"L'anarchia è una pratica di vita, in pochi riescono davvero e con poca fatica ad abbracciarla completamente". La frase è di Luca Aloisi, uno degli anarchici indagati nell'inchiesta della Dda di Genova. Una frase che, sottolinea il giudice delle indagini preliminari Riccardo Ghio, è indicativa del fatto che il pericolo di reiterazione "è elevatissimo". Per Aloisi il giudice ha disposto l'obbligo di dimora così come per Andrea Grazzini, Jessica Butoni, Veronica Zegarelli e Michele Fabiani. Agli arresti domiciliari sono finiti Gino Vatteroni, Paolo Arosio, Gaia Taino e Luigi Palli. "È praticamente certo che l'attività apologetica ed istigatoria proseguirà - si legge nell'ordinanza - sostenuta dal vincolo associativo che, in quasi tre anni di vita, si è consolidato ed è il motore della vita del periodico. Tutti sono assiduamente dediti alla formazione della rivista, ciascuno col proprio ruolo principale, che spesso si accompagna ad attività diverse". Vatteroni dirige, organizza il lavoro degli altri, è il riferimento di ogni questione, "tiene i contatti con attivisti di ogni parte d'Italia, programma iniziative federativiste di ogni tipo, cura la diffusione della rivista" Arosio scrive numerosi articoli, tiene i contatti con le giovani leve, concorre alla distribuzione della rivista. Taino scrive anche lui articoli, traduce gli scritti di anarchici di altre nazioni, corregge quelli redatti dagli altri. Aloisi "è coinvolto anche nelle questioni logistiche, ad esempio nella ricerca di una macchinario che consenta al sodalizio di rendere autonoma la stampa del periodico, partecipa agli incontri promozionali del giornale, scrive anche articoli dal contenuto fortemente istigatorio". Palli è il tipografo che realizza materialmente "Bezmotivny" ma è anche l'autore di numerosi articoli, in cui promuove fortemente il compimento di azioni violente, partecipa alle varie iniziative di diffusione del periodico.

Alcuni degli anarchici arrestati dalla Dda di Genova a inizio 2019 bloccarono anche la requisitoria del pubblico ministero Sparagna durante l'udienza del processo Scripta Manent a Torino. Inoltre Arosio, Grazzini, Fabiani, Palli e Butori hanno precedenti condanne anche per reati della stessa indole di quelli per cui sono stati arrestati. Grazzini, scrive il gip, "avrebbe tenuto le condotte contestate mentre era ai domiciliari per una precedente condanna". Durante l'udienza di Torino l'attivista Marta Bifani ha letto un comunicato in cui rivendicava "il nostro percorso rivoluzionario e proprio a questo percorso appartengono gli anarchici oggi sotto processo. Siamo tutti coinvolti ed i boia dello stato non possono definire e né comprendere le nostre idee e le nostre vite. Solidarietà ai prigionieri anarchici e rivoluzionari'. Dopo la lettura sono stati intonati canti, impedendo la prosecuzione della requisitoria, tanto che il presidente della corte ha fatto intervenire le forze dell'ordine.

Gli anarchici arrestati avevano preso di mira anche il presidente della repubblica Sergio Mattarella che insultavano attraverso alcuni articoli pubblicati sul quindicinale Bezmotivny. Uno degli articoli è firmato da "Cime tempestose" e dopo un preambolo dedicato al Covid e alle chiusure imposte dalle norme, con "gli sbirri che sorvegliano le strade, che ti denunciano, ti multano, ti identificano... sempre e sempre più contatto con i picchiatori di Stato un po' più nervosi del solito", partono con un attacco a Mattarella. Gli insulti seguono la presa di posizione del capo dello Stato dopo gli scontri provocati dai portuali di Trieste che contestavano il green pass.

Sull'operazione sono arrivati anche i complimenti di Stefano Balleari, capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio Regionale: "Negli ultimi mesi abbiamo assistito a decine di atti vandalici ad opera di anarchici, che hanno come bersaglio anche il palazzo di Regione Liguria. Non si può seminare terrore in nome dell'illegalità che non riconosce il nostro Stato, la nostra bandiera, il nostro ordinamento giuridico e le Istituzioni della Repubblica.  Congratulazioni alle polizie di Genova, La Spezia e Massa Carrara, per l'ottima operazione congiunta".

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