Genoa, Zangrillo a Telenord: "Blessin avrà un lungo futuro con noi, all'insegna della programmazione"
di Marco Innocenti
"Oggi il Grifone è sinonimo di modernità, una strada che ci porterà ai risultati che attendiamo da decenni. Wander mi ha detto: "We are making a revolution"
Un ospite d'eccezione stasera a We are Genoa. Collegato con lo studio di Telenord, il presidente del Genoa Alberto Zangrillo, per analizzare il momento della squadra ma anche il futuro che questa società, la nuova società targata 777 Partners vuole scrivere per questa maglia, per questi colori e per i suoi tifosi.
"Nella vita per perseguire dei risultati bisogna sognare - ha detto Zangrillo - Posso dire che quando si è intravista la possibilità di diventare presidente del mio amato Genoa, ci ho creduto. Non voglio sembrare presuntuoso perché la dote che bisogna mantenere è proprio l'umiltà. Devo dire che non ho mai sognato di diventare presidente ma sto scoprendo che lo posso fare e posso farlo bene. Credo che questa sia una garanzia anche per i tifosi. Galliani, a cui mi lega una sincera amicizia, mi ha detto che mi sarei accorto che potevo essere il miglior medico del mondo ma che nulla mi avrebbe dato la popolarità che può dare l'essere un presidente di calcio, a maggior ragione se sei presidente di una società gloriosa come il Genoa".
"Il rapporto ritrovato con i tifosi? Sappiamo che esistono delle fasi che possono farti passare 'dalle stelle alle stalle' nel calcio. Succede dappertutto ma il nostro compito è farlo accadere più tardi possibile. Poi dobbiamo far sì che non accada per colpa nostra, agendo con onestà e trasparenza. Io credo che il mio ruolo sia anche capire certi meccanismi: voi mettetevi nei panni di un gruppo americano che si ritrova catapultato di colpo nel mondo del calcio. Rischi davvero di prendere delle cantonate. Il ruolo di un presidente tifoso come me è quello di cercare di essere presente per accorgersi prima che certe cose possono essere fatte in modo diverso, perché un minimo d'esperienza ce l'abbiamo".
"Io quello che ho visto è soprattutto la metamorfosi nella testa dei ragazzi della squadra - ha detto - quando siamo tornati da Roma dopo la sconfitta con la Lazio mi ha colpito che tutti i giocatori fossero isolati l'un con l'altro. Io ho lavorato per fare in modo che diventassero ragazzi che dialogano e che si aiutano. Ho visto un cambio nei rapporti. Prima vedevo i senatori da una parte e i nuovi dall'altra, gli italiani da una parte e gli stranieri dall'altro. Oggi sono tutti insieme, sono un gruppo omogeneo".
E sul passaggio di consegne fra Preziosi e la nuova proprietà: "Tutto ha una fase ed erano da anni che la fase di Enrico Preziosi viveva la fine di un ciclo - ha raccontato ancora il presidente Zangrillo - Il filo era insomma logoro e lui cercava chi raccogliesse il suo testimone. L'ha fatto una compagine che rappresenta quello che sta accadendo nel mondo del calcio, dove la sostenibilità economica "home made" è sempre più difficile. Eravamo arrivati a un punto in cui questo passaggio era obbligato".
"Tengo a dire che quello che sto vivendo ormai appartiene alla terza fase. La prima era quella della curiosità nei miei confronti, poi è venuta la fase del sospetto e ora quella della consapevolezza. La seconda fase era quella che mi accusava di essere la longa mano di Preziosi oppure di Berlusconi. Tutte falsità assolute. Io sono stato contattato dalla Holding 777, in maniera pulita e trasparente. Ho cercato di metterci tutto l'impegno, consapevole che ora posso dare soprattutto la mia capacità relazionale per difendere e favorire questa società".
Il presidente poi ha parlato del futuro di Blessin, un futuro che vedrà il tecnico legarsi per molto tempo ai colori rossoblu: "La risposta sta proprio nell'uomo Blessin - ha detto Zangrillo - E' un uomo a tutto tondo, di straordinaria capacità e la più grande soddisfazione la sta ricavando dall'essere arrivato sul pianeta Genoa come perfetto sconosciuto, lui ha saputo subito interpretare al meglio il suo ruolo. Sono convinto che Blessin avrà un futuro rossoblu lungo e all'insegna della programmazione. Ha saputo comunicare subito, anche se a Genova siamo subito pronti a mugugnare. C'è poi una figura che si sta imponendo con i risultati, parlo di Spors. Siamo abituati ai diesse che entrano nello spogliatoio, che litigano col presidente, invece qua abbiamo un uomo pragmatico, che riesce a fare un'analisi puntuale, facendo delle scelte e prendendosene le responsabilità. Stiamo davvero facendo una rivoluzione".
"Mi piace ricordare una telefonata con Josh Wander, che mi ha detto "We are making a revolution". Ma la stiamo facendo davvero, non solo sul campo ma nelle logiche di presenza in Lega, di interlocuzione con i colleghi, di gestione con i meccanismi per implementare il fatturato. Stiamo ragionando in termini moderni. Il Genoa in questo momento è modernità e futuro e questo permetterà di arrivare ai risultati che attendiamo da decenni".
"Oggi abbiamo un immediato che è il mantenere la categoria - ha aggiunto - ma so anche che a medio-lungo termine c'è un progetto. Basta guardare i nomi che sono arrivati nel mercato invernale, che oggi si sono già imposti all'attenzione del grande pubblico. Sono gli ingredienti e gli indizi migliori per dire che stiamo facendo sul serio e che stiamo facendo qualcosa di grande. Forse siamo partiti con un po' di ritardo e magari abbiamo anche commesso degli errori ma stiamo facendo sul serio e lo stiamo dimostrando".
"Finora ci sono stati 2 o 3 momenti in cui ho voluto stare vicino alla squadra. Ad esempio dopo il 6-0 di Firenze, quando i ragazzi erano davvero distrutti. C'è una persona che ha raccolto il testimone da Mimmo Criscito, che non ha potuto essere capitano in campo per un infortunio ed è Stefano Sturaro. Lui per primo mi ha suggerito la patologia, io ho condiviso con lui la diagnosi e poi abbiamo individuato la cura. Ma tutti sono ragazzi straordinari che hanno dimostrato di saper stare in gruppo. Sono anzi stati i primi a soffrire la mancanza comunicativa, soffrendo l'assenza del risultato domenica dopo domenica".
"C'è poi un'altra persona straordinariamente efficace e parlano di Blazquez - ha aggiunto - Lui parla con gli occhi e con un sorriso, riesce a recepire un problema e risolvere in modo brillante. D'altronde è un ingegnere ed è un pragmatico".
Il presidente ha poi ripercorso le settimane di gestione Shevchenko: "Andrij è una persona perbene, molto preparata e con tante qualità ma in quel momento, con tanti infortuni, la differenza sta in quello che i calciatori richiedevano, cioé un allenatore che compartecipasse con loro alla vittoria o alla sconfitta. Doveva essere un fratello maggiore, che vivesse con loro i risultati. Blessin oggi è l'allenatore giusto per questo momento del Genoa. Noi siamo ancora in un work in progress in cui la figura di Shevchenko non era forse la figura adatta. L'ho detto, abbiamo fatto degli errori ma abbiamo corretto il tiro. Tutti sanno che Shevchenko è arrivato prima di Spors. In quel momento c'è stato un disallineamento che tutti hanno pagato ma l'abbiamo corretto velocemente. Era un'alchimia che in quel momento non funzionava. Voglio però mandargli un saluto per il momento che sta attraversando come tutti gli ucraini in questo momento in cui tutti noi ci sentiamo impotenti".
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