Il Genoa vince anche in Tribunale: respinto il ricorso di ACM contro l'aumento di capitale di Sucu

di Maurizio Michieli Giovanni Porcella

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L'operazione orchestrata dal Consiglio di amministrazione poco prima di Natale resta blindata e inattaccabile

Il Genoa vince anche in Tribunale: respinto il ricorso di ACM contro l'aumento di capitale di Sucu

GENOVA - Il Tribunale di Genova in data 4 aprile ha rigettato il ricorso cautelare presentato da ACM Delegate LLC contro Genoa Cricket Football Club S.p.A. e la controllante 777 Genoa CFC Holding.

In sintesi: come si legge da dispositivo firmato dal Giudice Dott. Daniele Bianchi, ACM Delegate LLC aveva concesso un prestito a una società collegata al gruppo 777 Partners (proprietario del Genoa) con una clausola che, in caso di insolvenza o grave difficoltà finanziaria (“Event of Default”), le avrebbe conferito diritti di voto nelle assemblee delle società del gruppo, incluso il Genoa CFC.

Quando il Genoa ha presentato un ricorso per la ristrutturazione dei debiti (31 ottobre 2023), secondo ACM si era verificata quella condizione di default, e quindi ACM rivendicava il diritto di votare al posto del socio 777 Genoa (che possiede il 77,18% delle azioni del Genoa CFC).

Tuttavia, il 14 dicembre 2024 l’assemblea dei soci ha approvato un aumento di capitale da 45 milioni di euro, votato da 777 Genoa, senza informare né convocare ACM ha chiesto quindi la sospensione della delibera e il riconoscimento del proprio diritto di voto, ma il giudice ha rigettato tutte le richieste per vari motivi, tra cui:

ACM non è socia del Genoa CFC, quindi non ha legittimazione a impugnare la delibera. I diritti di voto stabiliti nel contratto di mutuo non sono opponibili a Genoa CFC secondo la legge italiana.

L’aumento di capitale era necessario per garantire il pagamento di un debito fiscale verso l’Agenzia delle Entrate, che aveva richiesto l’operazione a tutela del credito di 106 milioni di euro.

Anche se ACM era stata informata dell’assemblea, non ha fatto nulla per esercitare il presunto diritto di voto. Il danno lamentato da ACM non è dimostrabile, anzi è più probabile che l’aumento di capitale abbia salvato la società dal fallimento.

Cosa significa per il Genoa?

L’aumento di capitale resta valido e pienamente efficace. ACM non ha attualmente alcun potere né diritti di voto nella gestione del club.

La continuità aziendale del Genoa CFC è preservata, grazie all’intervento patrimoniale richiesto anche dall’Agenzia delle Entrate.

Non ci sono al momento effetti negativi sul piano sportivo, economico o legale diretti per il club. Successo legale per il Grifone. L’aumento di capitale di Dan Sucu, come peraltro era già stato detto, poco prima di Natale era blindato e dunque inattaccabile tanto che il ceo Andres Blazquez era certo di aver messo in sicurezza il Genoa.

In serata il Genoa ha diffuso il seguente comunicato stampa:

Si rende noto che il Tribunale di Genova – Rg. N. 325-1 ha respinto, ritenendole inammissibili e infondate, le richieste cautelari di ACM Delegate LLC (“ACM”) con riferimento all’esecuzione e agli effetti della delibera dell’Assemblea dei Soci tenutasi in data 14 dicembre 2024 e avente a oggetto l’aumento del capitale sociale di oltre 45 milioni.

Il Tribunale ha pienamente accolto, con un provvedimento particolarmente articolato e motivato nel pronunciamento del Giudice Dott. Daniele Bianchi, le tesi dei legali del Genoa ritenendo non sussistente, in termini tecnici, il fumus boni iuris in relazione a qualsiasi domanda e rivendicazione, anche di carattere risarcitorio, presentata da ACM.

Nello specifico è stato accertato che ACM non è e non risulta titolare del diritto di impugnazione della Delibera dell’Assemblea, non figurando tra i soci del Genoa CFC. Il Genoa non ha pertanto commesso alcuna irregolarità di convocazione dell’Assemblea, posto che sono stati regolarmente convocati i soci tra i quali non è incluso ACM.

L’asserita delega di voto conferita ad ACM, da parte di società 600 Partners LLC e 777 Partners, non è inoltre opponibile al Genoa CFC, al pari degli accordi finanziari sottoscritti tra le suddette società. Il presunto danno lamentato da ACM è conseguenza esclusiva della scelta di quest’ultimo di non partecipare all’aumento di capitale, essendo comprovato dai fatti che ACM fosse stato messo a conoscenza della possibilità di intervenire.

Il Tribunale ha quindi ritenuto non provato l’asserito pregiudizio economico lamentato da ACM, ritenendo, invece, che la Delibera abbia consentito di preservare il valore della partecipazione di 777 Genoa CFC Holding S.r.l. nel Genoa CFC.

Non è stata ravvisata alcuna operazione in frode alla legge, poiché la Delibera ha espressamente ottemperato alla necessità di garantire al meglio il credito dell’Agenzia delle Entrate nei confronti del club. Non è stato ritenuto sussistente anche il requisito di periculum in mora, dato che il supposto danno reclamato da ACM risulta genericamente affermato, non provato e anzi smentito dai documenti depositati.

Il Genoa CFC è stato assistito dagli Avv.ti Prof. Marco Arato, Riccardo Bordi, Prof. Laura Salvaneschi dello studio legale BonelliErede.

 

 

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