Festival di Sanremo, Bassetti a Fuori Rotta: "Un Ariston tutto di vaccinati"
di Redazione
L'infettivologo lancia l'idea: "Sarebbe anche un modo per 'premiare' gli operatori sanitari, che potrebbero essere estratti a sorte"
Festival di Sanremo, sì o no? Mentre in Rai si sfoglia la margherita per decidere il destino della kermesse musicale, sembra che il nodo più duro da dipanare sia sempre più quello relativo al pubblico: figuranti o spettatori? A che distanza l'uno dall'altro? In quanti? L'alternativa, che però non piace per nulla al direttore artistico Amadeus, sarebbe un Festival senza pubblico in sala: artisti sul palco ma Ariston completamente vuoto.
Se ne è parlato anche nell'ultima puntata di Fuori Rotta, con il direttore della clinica di malattie infettive Matteo Bassetti che, però, ha anche avanzato un'altra ipotesi: "L'importante è che qualunque cosa si decida, sia col pubblico o con i figuranti, questo avvenga con un protocollo, disegnato sulla base della capienza del teatro e poi i meccanismi si possono trovare. L'idea della bolla, che è un po' il meccanismo che oggi governa il mondo del calcio, potrebbe funzionare: tamponi ogni 3 giorni ed isolamento in bolla per un periodo congruo. Oppure io avevo anche proposto di riempire il teatro, magari non come nelle precedenti edizioni, con persone già vaccinate. In Italia abbiamo un milione e mezzo di vaccinati, sono prevalentemente operatori sanitari e residenti in rsa e quindi, per quest'anno, si potrebbero, passatemi il termine, premiare alcuni operatori che potrebbero essere estratti, che hanno fatto la seconda dose del vaccino e che potrebbero quindi essere più sicuri dei non vaccinati".
"Su tutto però deve sussistere la volontà politica di fare o non fare il festival - aggiunge Bassetti - Io sono ligure e quindi penso che il Festival sia una manifestazione che per la nostra regione vale tanto. Dire 'non si fa' penso sia sbagliato. Un'alternativa poteva essere l'idea di farlo in un altro momento, più avanti nel tempo però mi dicono che sia per i discografici, per i diritti televisivia, farlo a maggio non è come farlo a marzo ma è chiaro che se fosse stato possibile procrastinarlo, magari in un momento in cui la pandemia scema nei numeri come successo lo scorso anno, sarebbe stato più sicuro per tutti".
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