Ferrovie: altolà dei sindacati all'ipotesi di privatizzazione anche parziale

di Stefano Rissetto

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Il governo starebbe valutando la quotazione del 40% del capitale della SpA di diritto privato interamente controllata dal Tesoro

Ferrovie: altolà dei sindacati all'ipotesi di privatizzazione anche parziale

Il fronte sindacale dei trasporti reagisce compatto alle voci, circolate nelle ultime ore, di un piano del governo per mettere sul mercato il 40% delle Ferrovie, attualmente di proprietà di una SpA di diritto privato interamente controllata dal Tesoro, schema ormai usuale per coniugare proprietà pubblica e agilità operativa tipica dell'impresa ordinaria.

L'ipotesi di dismettere una quota importante del capitale della società di esercizio ferroviario sarebbe dovuta, secondo indiscrezioni, a ragioni di cassa. La messa sul mercato riguarderebbe soltanto Trenitalia, l'azienda operativa di trasporto ad alta velocità e locale, mentre RFI (Rete Ferroviaria Italiana, in pratica le infrastrutture concrete) resterebbe interamente di proprietà pubblica.

La reazione sindacale è compatta ed è affidata a una nota congiunta di Filt Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl ferrovieri, Orsa Trasporti e Fast Confsal: “Il Governo non può vendere asset fondamentali per fare cassa. La possibile quotazione sul mercato  porterebbe alle casse dello Stato un introito di circa 5 miliardi di euro, una goccia nel mare rispetto ai 2.859 miliardi di euro di debito pubblico stimato dalla Banca d’Italia il mese scorso e che non contribuirebbe in maniera incisiva alla risoluzione degli attuali problemi. L’operazione, oltre che a essere infruttuosa rispetto all’esiguità della cifra che ne deriverebbe, non porterebbe neanche a un miglioramento in termini di performance o di sviluppo del settore, ma, al contrario, c’è il serio rischio di danneggiare una delle poche aziende sane e in utile del Paese, con evidenti ricadute negative in termini di occupazione e, di riflesso, alla circolazione di passeggeri e merci, mettendo in crisi l’intero comparto della mobilità”.

“Ci auguriamo - conclude la nota - che tale ipotesi non trovi fondamento. In tal senso ci aspettiamo di ricevere quanto prima una smentita da parte delle Istituzioni, diversamente non esiteremo a intraprendere azioni di mobilitazione della categoria, per scongiurare il pericolo di distruggere l’unico campione nazionale dei trasporti del Paese”.