Ermini presidente gruppo Spinelli: "Ho accettato nel segno di trasparenza e legalità per difendere centinaia di lavoratori, la politica non c'entra"

di Stefano Rissetto

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L'ex vicepresidente Csm, esponente direzione Pd, ignora l'invito alla rinuncia arrivato da Orlando e dai segretari del Pd ligure e genovese Natale e D'Angelo

Ermini presidente gruppo Spinelli: "Ho accettato nel segno di trasparenza e legalità per difendere centinaia di lavoratori, la politica non c'entra"

David Ermini, 65enne avvocato toscano già parlamentare del Pd di cui siede tuttora in direzione nazionale, dal 2015 al 2017 commissario ligure del partito e vicepresidente del CSM dal 2018 al 2023, non rinuncia all'incarico di presidente di Spininvest, la holding del gruppo di Aldo Spinelli, ai domiciliari dal 7 maggio con l'accusa di corruzione nella stessa inchiesta che ha provocato le dimissioni di Giovanni Toti dalla presidenza della Regione Liguria e di Paolo Emilio Signorini dall'incarico di ad di Iren.

Il giurista toscano spiega le sue ragioni in una nota: “Ho accettato l’incarico di presidente del cda di Spininvest perché mi è stato proposto di prestare la mia opera professionale per accompagnare un nuovo percorso in grado di garantire continuità al gruppo industriale, nel segno della trasparenza e della legalità e anche a tutela e garanzia delle centinaia di lavoratori e del loro posto di lavoro”.

“Se non fosse stato così non credo che la proposta sarebbe stata rivolta a me. Il mio percorso istituzionale parla da solo. Ho svolto i miei incarichi con disciplina ed onore e così sarà anche adesso. Le vicende processuali non entrano in alcun modo nella mia scelta. I processi faranno il loro corso e sono noti l’equilibrio e la competenza dei magistrati genovesi a cui va il mio profondo rispetto. Non c’entrano nemmeno vicende politiche. Ho le mie idee, come tutti sanno, ma mai mi hanno impedito, in tutti i ruoli ricoperti, di tenere un comportamento equilibrato e rispettoso delle istituzioni e del lavoro professionale - conclude Ermini - che da un anno e mezzo ho ripreso a svolgere con passione”.

La scelta di Spinelli di affidare la guida del gruppo a Ermini, per cinque anni a capo dell'organo costituzionale di autogoverno della magistratura italiana, formalmente presieduto dal capo dello Stato, provoca dal tardo pomeriggio di lunedì una ridda di reazioni, a destra come a sinistra. Se le prime, dalla Lega al ministro Crosetto, sono in un certo senso prevedibili, a sinistra lo scenario è meno scontato. Lo stesso Andrea Orlando, candidato in pectore alla presidenza della Regione, ha invitato Ermini a rinunciare, con toni e argomenti non dissimili da quelli dei segretari regionale Davide Natale e genovese Simone D'Angelo. "Abbiamo appreso dai giornali con stupore e perplessità della nomina di David Ermini al vertice della holding del Gruppo Spinelli. Una scelta esclusivamente personale e professionale, che riteniamo inopportuna - scrivono Natale e D'Angelo - nel contesto in cui si colloca con un'indagine giudiziaria aperta su un sistema che abbiamo combattuto e che ha avuto riflessi negativi su Genova e sulla Liguria". La mossa di Spinelli, diretta a creare le condizioni per la revoca della misura cautelare dei domiciliari, rischia di essere destabilizzante per il PD come per il centrosinistra che si prepara a una campagna elettorale difficile e, si direbbe, destinata a non essere priva di colpi bassi. Nulla rispetto alla reazione di Ferruccio Sansa, già candidato presidente della Regione e oggi capogruppo della sua lista: "Parliamo proprio di Ermini ex Vice Presidente del CSM. Di Ermini che era stato commissario del PD ligure. E chissà che proprio in quell’occasione non si sia fatto apprezzare dagli Spinelli. Quando l'ho letto ho rischiato l'ulcera".