Enac boccia la diga foranea di Genova: "Impatto e interferenze col vicino aeroporto"
di Marco Innocenti
Il direttore generale Claudio Eminente: "Anche solo l'ormeggio delle meganavi porterebbe a una 'foratura' non ammissibile"
Che sul progetto della nuova diga foranea del porto di genova pendesse la spada di Damocle della vicinanza con l'aeroporto, lo si sapeva. E puntualmente, proprio all'indomani della chiusura del dibattito pubblico organizzato dall'Autorità Portuale, ecco che Enac, l'ente nazionale aviazione civile, esprime tutte le sue perplessità, in un documento firmato dal direttore generale dell'ente, Claudio Eminente, indirizzato proprio all'autorità di Palazzo San Giorgio.
"Dalle illustrazioni dei relatori e dai documenti resi disponibili - scrive Eminente - emerge un’ipotesi di sviluppo della diga foranea, articolata in due Fasi (A e B), che traguarda l’implementazione e l’approdo di mega navi “New Panamax” e “Ultra Large Container Vessel” (ULCV). Appare osservare che se per la Fase A non risultano disponibili elementi sufficienti a valutare puntualmente la compatibilità delle infrastrutture proposte con i vincoli aeroportuali, è possibile certamente affermare che, nella configurazione finale di Fase B dell’intervento per cui è previsto che le grandi navi portacontenitori di capacità di 24.000 TEU e di altezza di 60 m possano raggiungere anche i terminali posti più a ponente, le strutture, i manufatti, le gru, le navi ed il ricorso a sistemi energetici da fonti rinnovabili (eolico), andrebbero ad impattare significativamente sulle caratteristiche fisiche, operative e di sicurezza del vicino aeroporto".
"Da una prima sommaria analisi effettuata - prosegue Enac - il solo ormeggio della nave di progetto nel bacino di Sampierdarena, in corrispondenza delle due banchine, prossime alla testata ad est della pista di volo, porterebbe ad una consistente “foratura” della superficie di avvicinamento e della superficie di salita al decollo, non ammissibile ai fini della sicurezza delle operazioni di volo, se non a condizione di operare penalizzazioni della lunghezza di pista utilizzabile incompatibili con l’operatività aeroportuale. Pertanto, considerata la complessità e il potenziale impatto del progetto, anche in considerazione delle possibili interferenze radioelettriche con la strumentazione di assistenza al volo, appare necessario che lo stesso segua un diverso percorso valutativo".
Tradotto, anche solo l'approdo delle meganavi che il progetto prevede di far attraccare nel bacino di Sampierdarena, porterebbe a situazioni di potenziale rischio per gli aerei in decollo dal Cristoforo Colombo, rischi che potrebbero essere esclusi con un taglio drastico della lunghezza utilizzabile della pista, taglio "incompatibile con l'operatività aeroportuale". Senza contare, rileva Enac, che ci potrebbero anche essere problemi di interferenze radioelettriche con le strumentazioni di assistenza al volo. Enac però non chiude del tutto la porta: "Tanto si rappresenta, restando a disposizione per esaminare il progetto nell’ambito di uno specifico tavolo tecnico finalizzato a valutare la compatibilità aeronautica dei futuri programmi di sviluppo del porto con il limitrofo scalo".
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