Economia circolare, progressi e criticità in Italia secondo il nuovo report europeo
di Simone Galdi
Il Country report della Commissione Europea riconosce i risultati italiani ma evidenzia forti disparità territoriali e sfide ancora aperte
Il 2025 Environmental Implementation Review della Commissione Europea conferma i progressi dell’Italia nell’economia circolare, ma segnala differenze marcate tra le regioni e diverse azioni ancora necessarie per migliorare la gestione dei rifiuti e ridurre gli squilibri territoriali.
Circular economy – Il documento della Commissione Europea analizza i risultati raggiunti dai Paesi membri nell’attuazione delle politiche ambientali. Per l’Italia, il Country report evidenzia dati superiori alla media Ue nell’uso circolare della materia e nella produttività delle risorse. Un quadro positivo che, tuttavia, non cancella le disparità territoriali. “Il progresso dell’Italia è frammentato a causa delle significative differenze tra le regioni del Nord e del Sud – si legge nel documento – Il sesto Rapporto del Circular Economy Network mostra un livello più elevato di buone pratiche di economia circolare implementate nelle regioni del Nord e del Centro rispetto alle regioni del Sud”.
Gestione rifiuti – Le differenze emergono con chiarezza anche nell’organizzazione della raccolta differenziata. Nel 2023 i tassi oscillavano tra il 77,7% del Veneto e il 54,8% della Calabria. Lazio (55,4%) e Sicilia (55,2%) hanno registrato livelli bassi, mentre Emilia-Romagna (77,1%) e Sardegna (76,3%) hanno mostrato performance migliori. Per la Commissione, la gestione dei rifiuti “rimane una sfida importante per l’Italia”.
Azioni prioritarie – Per affrontare queste criticità, il report individua una serie di interventi da attuare nel 2025. Tra le principali raccomandazioni figurano l’aumento del riutilizzo dei prodotti, il potenziamento delle infrastrutture di riciclaggio e il miglioramento della raccolta e della capacità di trattamento dei rifiuti organici. Si sottolinea inoltre la necessità di investire in misure di prevenzione per ridurre la quantità totale di rifiuti generati.
Riciclo e riuso – La Commissione invita a incrementare la preparazione dei rifiuti urbani per il riutilizzo e il riciclaggio, con particolare attenzione ai rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), un settore dove l’Italia registra ancora ritardi. Viene inoltre richiesto di completare la chiusura delle discariche non conformi e di introdurre tasse più omogenee e crescenti sulle discariche, in modo da scoraggiare lo smaltimento di rifiuti che potrebbero essere riciclati o recuperati.
Governance ambientale – Nel quadro più ampio delle politiche ambientali, il documento dedica capitoli anche a biodiversità, capitale naturale, inquinamento zero, azione climatica, finanza e governance. Per l’Italia, la Commissione sottolinea la necessità di rafforzare l’armonizzazione normativa e di accelerare la ratifica delle convenzioni internazionali, tra cui quella sul riciclaggio delle navi.
Sfide aperte – Il riconoscimento dei progressi italiani convive dunque con la consapevolezza delle differenze interne. Se da un lato l’Italia si distingue per performance superiori alla media europea, dall’altro emergono squilibri tra Nord e Sud e un sistema di gestione dei rifiuti ancora troppo frammentato. Le priorità individuate dal report indicano la direzione per colmare le distanze e consolidare i risultati raggiunti.
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