Diga di Genova, via all'opera simbolo del Pnrr. Edoardo Rixi: "La vecchia è tutelata, ma andrebbe abbattuta"

di Redazione

Il viceministro alle Infrastrutture interviene anche sul cronoprogramma: "Prima fase entro il 2026, per la seconda fase servono i risultati concreti: così arriveranno i finanziamenti"

Domani, con la cerimonia della posa della prima pietra a cui prenderà parte anche il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, inizierà il percorso per la nuova diga foranea di Genova: l'opera simbolo del Pnrr che cambierà il volto del porto di Genova permettendo l'arrivo di navi sempre più grandi con un contestuale aumento dei container movimentati. 

"Sulla vecchia diga si apre una delle tante contraddizioni di questo Paese su cui mi confronto, ogni due per tre, con il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. La vecchia diga è, in parte, tutelata dalla Soprintendenza: dobbiamo capire come gestire questa situazione". Lo ha affermato Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture, riferendosi all'abbattimento della attuale diga del porto di Genova e della costruzione di una nuova. Rixi è intervenuto a 'Tiro Incrociato' su Telenord. "La tutela, peraltro, c'è anche per altri edifici in area portuale che, dal mio punto di vista, andrebbero abbattuti. Un Paese che ha grandi opere d'arte come il Colosseo e gli Uffizi si può permettere di abbattere qualche silos o qualche palazzaccio in cemento armato. Una inutile salvaguardia che ci costringe a intervenire sul territorio per costruire qualcosa di nuovo. È un tema che riguarda, per esempio, l'ex Hennebique (l'ex silos portuale, ndr). Altrove sarebbe stato demolito ormai da tempo. Dobbiamo avere la possibilità di ricostruire con norme adeguate: oggi è difficilissimo far rispettare le normative sul risparmio energetico negli edifici storici, ad esempio" ha proseguito il viceministro.

"Nel porto di Genova per ora resteranno due canali. Poi però credo che la vecchia diga dovrà essere demolita, altrimenti andrà manutenuta per non rischiare di sprofondare ostruendo i canali di accesso. Mantenere una diga che non ha più la sua funziona primaria, ovvero fermare le mareggiate e proteggere il porto, diventa una spesa inutile e un rischio enorme" ha spiegato ancora Edoardo Rixi. "Noi dobbiamo mantenere i beni che riteniamo simbolici e che hanno un effettivo valore artistico e storico. Quelli vanno curati al di là delle spese che comportano, fanno parte della nostra storia. Ma non tutto va salvaguardato a prescindere" ha aggiunto.

Sull'ipotesi che gli spazi per le navi possano restringersi, Rixi sottolinea: "Spazi di manovra ridotti? Non è così, perché l'obiettivo è creare un porto 'in linea' con le navi che entrano da un lato ed escono dall'altro. Ma ripeto: l'obiettivo è mantenere ciò che crea sviluppo e punti di Pil. Vale anche per edifici che potrebbero essere utilizzati a fini industriali, ma non possono essere 'toccati'. Vale anche per l'ex centrale Enel sotto la Lanterna o l'ex gasometro di Campi. Puntiamo sulle cose simboliche, ma gli edifici ormai degradati e senza valore artistico possono essere abbattuti e ricostruiti in maniera più moderna e funzionale", ha aggiunto.

"La nuova diga verrà realizzata e così sarà anche per tutti i collegamenti stradali e ferroviari necessari. Le cose si costruiscono un pezzo per volta. E' un po' come scalare in montagna, si procede tiro di corda per tiro di corda. È chiaro che si aprirà la necessità di finanziare la seconda parte, ma, come ho già detto a sindaco, governatore e presidente di Autorità Portuale, non basta avere gli investimenti. Bisogna dimostrare tutti i giorni di avere la capacità di essere pragmatici, di superare i problemi e di ottenere i risultati. Com'è accaduto con il ponte San Giorgio. Se Genova dimostrerà di avere queste capacità e centrerà i tempi sulla diga, poi avrà una linea prioritaria sui finanziamenti per le opere successive. Lo Stato ha la necessità di trovare aree dove investire senza lasciare incompiute. In Italia i soldi ci sono, il problema in realtà è che non si realizzano i lavori: questo è uno dei paradigmi che abbiamo cambiato con la demolizione e la ricostruzione del ponte. Non a caso l'opera marittima più importante è stata finanziata su Genova, perché nell'immaginario collettivo è diventata la città del fare" ha poi concluso il viceministro.