Diga di Genova, Assoporti: "Opera utile ma serve investire sull'uscita delle merci dal porto"
di Marco Innocenti
Il presidente Daniele Rossi: "Va bene far entrare navi più grandi ma se allargo l'ingresso e l'uscita resta sempre la stessa l'imbuto si intasa"
"Non ho perplessità sulla diga di Genova". A dirlo è Daniele Rossi, presidente di Assoporti. "Non ho visto il progetto - aggiunge - ma sono convinto che serva, se inserita in un disegno, un sistema infrastrutturale complessivo adeguato. Va bene far entrare navi più grandi e più navi che scarichino più merci, ma se allargo l'ingresso e l'uscita resta sempre la stessa l'imbuto si intasa".
"Non bisogna più fare opere infrastrutturali isolate da un contesto logistico - spiega ancora Rossi - Se ci sono le risorse per fare tutti gli investimenti che servono, sicuramente la diga di Genova è un investimento necessario. Se bisogna fare delle scelte perché le risorse non sono infinite, credo che la valutazione spetti alla politica, agli organi amministrativi, al ministero. Investire sui sistemi di uscita delle merci dal porto credo sia altrettanto importante che investire sui sistemi di entrata".
"Guardiamo al 2021 sicuramente con preoccupazione - ha detto poi Rossi - perché non saremmo in grado di sostenere agevolmente una situazione di grande difficoltà come è stato nel 2020, ma anche con molte aspettative e fiducia. Ovviamente il vaccino fa parte delle aspettative e intanto i primi dati che arrivano sui risultati dei porti nel mese di gennaio ispirano un minimo di fiducia. Dai primi segnali il mese di gennaio sembra dirci che ci si sta muovendo verso un progressivo ritorno ad una situazione di normalità. Non è ancora raggiunta e non è la crescita, ma il fatto che stiamo recuperando è un segnale di fiducia".
A patto che tutto proceda al meglio sul fronte della pandemia e che vada avanti il Recovery plan: "Ha un ruolo importante perché un'iniezione progressiva di miliardi in opere infrastrutturali è lo stimolo che potrebbe cambiare significativamente la situazione" dice Rossi, che non vuole nemmeno prendere in considerazione l'ipotesi che la crisi di governo ostacoli il piano da inviare all'Europa. "Il Recovery deve andare avanti, quei soldi sono disponibili, devono essere spesi - continua - da quegli investimenti dipende il futuro della portualità italiana e qualunque sia la situazione politica non è argomento che può essere messo in discussione".
Nelle scorse settimane è tornata alla ribalta la proposta di istituire un ministero del mare. "Quello di cui tutto il sistema marittimo, dai porti agli armatori, ha bisogno, è un punto di riferimento che si possa dedicare a tempo pieno con competenza e autorevolezza alla gestione del mare - è il parere di Rossi - Il ministero del mare deve essere un'ambizione, ma potrebbe essere anche un viceministro, un sottosegretario con delega ai porti all'interno del ministero delle Infrastrutture e Trasporti". E intanto in Assoporti procede il lavoro per preparare in sintonia con il ministero il ricorso contro la tassazione dei porti chiesta da Bruxelles.
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