Delitto Cella, Anna Lucia Cecere cresciuta in un orfanotrofio sopra Santa Margherita

di Matteo Angeli

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Tra quelle mura ha vissuto, insieme alla sorella, fino all'età di 18 anni quando  si è staccata per andare a vivere da sola in riviera.

Delitto Cella, Anna Lucia Cecere cresciuta in un orfanotrofio sopra Santa Margherita

Anna Lucia Cecere, la donna indagata per l'omicidio di Nada Cella, è cresciuta in un orfanotrofio del Tigullio insieme alla sorella. Non finiscono mai i colpi di scena in questa vicenda iniziata quella mattina del 6 maggio del 1996 quando la giovane segretaria venne trovata agonizzante nello studio di Chiavari dove lavorava.

Anna Lucia Cecere, oggi ha 53 anni e vive con il marito e il figlio a Boves, in provincia di Cuneo. Ma tutta la prima parte della sua esistenza l'ha trascorsa in Liguria e precisamente sopra Santa Margherita dove è cresciuta in un istituto per bambini senza genitori.  Tra quelle mura ha vissuto fino all'età di 18 anni quando  si è staccata per andare a vivere da sola in riviera.

Proprio a Santa Margherita Anna Lucia ebbe una frequentazione con un uomo più grande di lei che le diede un figlio. Ma la relazione durò poco e infatti la ragazza si trasferì a Chiavari per iniziare una nuova vita. Il resto è storia nota. O quasi.

Oltre a Cecere, difesa dall'avvocato Giovanni Roffo, sono indagati il commercialista Marco Soracco e l'anziana madre. Entrambi, difesi dall'avvocato Andrea Vernazza, sono accusati di false dichiarazioni al pm per avere mentito sui reali rapporti tra il professionista e l'ex insegnante.

Per gli inquirenti Cecere avrebbe ucciso per gelosia nei confronti di Soracco, che avrebbe avuto un interessamento invece per la segretaria, e per prendere il suo posto di lavoro. Tra gli elementi al vaglio anche alcuni bottoni trovati all'epoca in casa dell'indagata uguali a uno trovato sotto il corpo della segretaria e il motorino sequestrato dalla squadra mobile di Genova per poterlo esaminare alla ricerca di tracce di sangue o altro..  La donna (nella foto in un'immagine dell'epoca) lo avrebbe portato da Chiavari a Boves, in provincia di Cuneo, e lo teneva in un box.

In attesa degli esami, la sensazione è che la vicenda, che si trascina da 25 anni, possa offrire ancora tanti colpi di scena.