Dalle piante di torbiera alla carta, l’innovazione che tutela clima e risorse

di Sagal

2 min, 25 sec

I ricercatori del Fraunhofer Institute sviluppano imballaggi sostenibili dalle piante delle torbiere, riducendo l’uso di legno e prodotti chimici

Dalle piante di torbiera alla carta, l’innovazione che tutela clima e risorse

Un gruppo di ricercatori del Fraunhofer Institute for Process Engineering and Packaging IVV sta trasformando piante di torbiera in imballaggi di carta, offrendo un'alternativa ecologica al legno grazie al loro basso contenuto di lignina. Questo progetto punta a rispondere all’elevata dipendenza della Germania dalle importazioni di legno, che raggiungono l’80%, e a promuovere pratiche più sostenibili.

Basso contenuto di lignina – La lignina, nota come il “collante” naturale delle pareti cellulari delle piante, richiede un uso intensivo di sostanze chimiche per essere rimossa nel processo di polpa chimica. Le piante delle torbiere, come muschio, cannuccia di palude e gramigna, presentano livelli di lignina inferiori del 15-25% rispetto al legno, rendendo il loro utilizzo più ecologico ed efficiente. “Meno lignina significa meno risorse chimiche e una maggiore stabilità della fibra”, spiega Fabian Kayatz, responsabile del progetto.

Paludicoltura – La riumidificazione delle torbiere, incentivata dalla normativa europea per il rimboschimento, sostiene la coltivazione di queste piante in habitat naturali. Oltre a contribuire alla riduzione delle emissioni di carbonio, la paludicoltura preserva gli ecosistemi locali. Secondo Kayatz, queste pratiche rappresentano una doppia vittoria per la protezione del clima e l’innovazione industriale.

Metodi di produzione – I ricercatori hanno ottenuto fino all’83% di lignina rilasciata durante il processo chimico, con rese di polpa del 53%. Operando a temperature inferiori ai 100°C, si riduce significativamente il consumo energetico rispetto ai metodi tradizionali. Le fibre estratte mostrano anche migliori proprietà meccaniche rispetto a quelle ottenute da mais, bambù e altre piante non legnose.

Applicazioni pratiche – Il materiale prodotto si è dimostrato adatto a piegature, incollaggi e stampe, con una resistenza alla trazione superiore rispetto a campioni tradizionali. Additivi come amido e agenti di dimensionamento migliorano ulteriormente elasticità e resistenza all’acqua. Un laboratorio sperimentale ha già creato vassoi e contenitori robusti senza additivi, ma per una produzione industriale su larga scala saranno necessarie ulteriori ottimizzazioni.

Sfide future – Nonostante i progressi, alcuni aspetti devono ancora essere perfezionati. Ad esempio, la percezione sensoriale e il rivestimento del materiale richiedono ulteriori sviluppi per rendere gli imballaggi adatti ai beni di consumo. Nel frattempo, sono stati avviati piani per applicazioni in settori non alimentari, come cosmetici, logistica e materiali per ufficio.

Impatto ambientale – “Le piante delle torbiere hanno un grande potenziale per la produzione di imballaggi innovativi e bio-based”, conclude Kayatz. Il progetto PALUDI, parte dell’iniziativa Fraunhofer per la bioeconomia, mira a promuovere un’economia circolare riducendo l’impatto ambientale della produzione di carta.

Confronti con altre soluzioni – L’iniziativa si inserisce in un panorama di innovazioni sostenibili: Ranpak ha recentemente introdotto materiali riciclabili a base di fibre vegetali, mentre Corn Next ha sviluppato un bioplastico compostabile in 30 giorni. Questi sviluppi mostrano un impegno crescente verso alternative ecocompatibili e una riduzione dell’uso di materiali fossili.

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