Coronavirus, Fabio Brassesco: "A febbraio spedizioni crollate: da 2mila container ad appena 20-30"

di Marco Innocenti

Il presidente di Interglobo Far East ci racconta gli effetti della crisi cinese sull'economia mondiale

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“Dopo la guerra dei dazi fra Stati Uniti e Cina, le proteste di piazza ad Hong Kong, la crisi del coronavirus, dal punto di vista economico, è stata la ciliegina sulla torta. Una torta purtroppo indigesta ed avariata”. Così Fabio Brassesco, presidente di Interglobo Far East Ltd, sulla pandemia che sta sconvolgendo il mondo dopo essere esplosa nella provincia cinese di Hubei. Dal suo quartier generale ad Hong Kong, Brassesco è un osservatore sicuramente privilegiato, grazie al quale capire meglio quanto sta avvenendo in estremo oriente e quanto questo abbia riflessi sul commercio mondiale.

“Da metà gennaio la crisi sanitaria ha colpito fortemente tutti – prosegue Brassesco - Da quando cioè le aziende hanno chiuso per il capodanno cinese. Basti pensare che nel mese di febbraio avremmo spedito al massimo 20-30 contenitori a fronte di un 2000 pezzi che spediamo in media ogni mese dalla Cina verso l’America o l’Europa. Tutto il mercato sta risentendo di questa situazione. Noi, come Interglobo, abbiamo uffici a Shanghai, a Shenzhen, a Xiamen e posso dire che la situazione è completamente anomala: le città sono deserte, la gente non può uscire di casa, in ogni building c’è una sorta di security che impedisce di uscire o al massimo fa uscire una o due persone per la spesa essenziale. C’è una specie di legge marziale che impedisce addirittura alle persone di utilizzare le automobili private per girare”.

Un punto di vista sicuramente più vicino alla realtà della crisi, quello offerto da Fabio Brassesco, che dal 2001 guida le sedi in estremo oriente della Interglobo, azienda genovese con oltre cinquant'anni d'esperienza e sedi sparse in tutto il mondo