Cerezo compie 65 anni: "Sono solo soletto in Brasile, povero nonno Toninho..."
di Maria Grazia Barile
"Sento ancora tutti i compagni, Lanna, Mancio, Vialli, Vierchowod"
Toninho Cerezo compie 65 anni, arrivò alla Sampdoria nell’estate del 1986 dalla Roma. Sembrava un giocatore sul viale del tramonto e invece contribuì alla vittoria dello scudetto e di tante Coppe. Festeggia da solo in Brasile con tanta nostalgia di Genova, lo confessa al SecoloXIX: "Mi hanno lasciato qui solo soletto, povero nonno Toninho, ormai sono un nonno, mica un ex calciatore. I miei nipoti erano qui fino a poco tempo fa adesso sono tornati a Genova. I due maschietti, che sono sampdoriani come papà Pietro, e le due femmine, loro invece genoane. Ormai vivo per loro e di ricordi». Cerezo festeggerà all'italiana: "Con un piatto di pasta al ragù fatto in casa che la mia segretaria, che è la stessa da trent’anni ed è genovese, mi sta preparando. Dobbiamo stare in casa anche qui in Brasile per il virus, niente festa".
Cerezo spiega di sentire ancora Genova come casa sua e di sentire sempre i compagni dello scudetto: "Sono sempre in contatto con Lanna, Vierchowod, il Mancio, Vialli, con tutti. La nostra forza era essere una famiglia prima che compagni e le famiglie non si perdono".
Infine Cerezo svela di non ricordare la gioia più grande della sua carriera: "Quando arrivate alla mia età, partendo da dove sono partito io, non riuscite proprio a pensare a una gioia più grande di aver fatto tutto quello che ho fatto come calciatore. Io sono partito da bambino senza le monetine per il bus e oggi ho 65 anni e ho girato il mondo, guadagnato, giocato contro i più forti, vinto, perso. La gioia più grande è stata fare tutto quello che ho fatto".
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