Caso Toti, Rixi: "Presidente ci dirà cosa vuol fare, processo non blocca le opere, diga è necessaria e deve essere fatta"
di Redazione
"Non intendiamo tornare indietro di 20 anni, non possiamo più permettercelo"
"Non è un processo che può bloccare né il Salone nautico, né la diga di Genova né le opere". Lo ha affermato Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture e segretario regionale della Lega in Liguria, che oggi pomeriggio incontra il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ad Ameglia.
"Ha chiesto di incontrare me e i due segretari regionali di Forza Italia e Fratelli d'Italia, ci dirà quello che intende fare", ha detto, a margine di un convegno di Confindustria Nautica a Firenze. "Lui in questo momento, essendo indagato - ha spiegato Rixi -, ha diritto anche di decidere eventualmente di dimettersi: noi ovviamente, siccome siamo garantisti, crediamo che fino a quando non ci siano condanne in via definitiva ci sia il principio dell'innocenza, è uno dei cardini del diritto. E' evidente che su questo noi non ci esprimiamo: quello che possiamo fare è portare avanti i processi che sono in atto da un punto di vista amministrativo, quindi che non si fermi il Paese, sia che Giovanni Toti decida di non dimettersi sia che decida di dimettersi".
Comunque, ha concluso il viceministro, "noi andremo avanti con un piano politico di rilancio del territorio ligure, perché è da 8 anni che l'immagine della Liguria non solo in Italia ma nel mondo è cambiata, e non intendiamo tornare indietro di 20 anni, non possiamo più permettercelo".
Rixi ha trattato anche il tema della diga: "Al netto dei ritardi, tutti devono mettersi lì e lavorare: credo che la diga foranea sia un'opportunità per il Paese, anzi, una necessità". "Bloccare quell'opera, magari per garantirsi situazioni di monopolio, non è accettabile", ha aggiunto. Secondo Rixi "abbiamo bisogno di incrementare la sicurezza tecnico-nautica dello scalo, abbiamo bisogno di aumentare la capacità", e "ritengo che per un'opera che duri 80-90 anni, come è durata la vecchia diga e durerà anche questa, è evidente che se ritarda di sei mesi o no, non cambia nulla. Mi spiace che ci siano polemiche sui sei mesi quando ad oggi sembra che dall'opposizione siano solo venute proposte per affossare" il progetto "non per risolvere i problemi. Mi piacerebbe che l'Italia, indipendentemente da maggioranza e opposizione, camminasse tutta nella stessa direzione: purtroppo c'è ancora chi sul 'No' alle opere fa la propria propaganda politica, con scarsi risultati fino ad oggi". Secondo Rixi, più in generale, "è evidente che noi dobbiamo dare un futuro alle nuove generazioni. Troppi giovani lasciano questo Paese perché pensano che sia un paese dove non si può più sognare un futuro migliore. Noi dobbiamo lavorare oggi, non per noi, ma per quelli che verranno dopo di noi". Inoltre, ha concluso il viceministro, "abbiamo bisogno di investire sulle nostre infrastrutture per renderle sicure, e evitare tragedie come purtroppo in questo paese e anche nella città di Genova abbiamo vissuto in passato".
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