Caso Toti, anche le società di Spinelli rischiano il processo

di Redazione

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A fornire un concreto riscontro agli inquirenti è stata Ivana Semeraro, manager del Fondo Icon

Caso Toti, anche le società di Spinelli rischiano il processo

Adesso anche le società di Spinelli rischiano il processo, a fornire un concreto riscontro agli inquirenti è stata Ivana Semeraro, manager del Fondo Icon che a settembre del 2021 aveva spiegato all'imprenditore Aldo Spinelli che far pagare alla sua azienda un finanziamento al comitato dell'ex presidente della Regione Liguria Giovanni Toti sarebbe stato un comportamento tacciabile di corruzione, come si legge sul Secolo XIX.

Dopo essere stata interrogata come testimone nell'inchiesta che ha portato all'arresto il 7 maggio scorso, proprio per corruzione, di Spinelli e Toti, Semeraro ha consegnato ai pm il cosiddetto modello 231, il codice etico imposto da Icon a Spinelli quando il primo era diventato compartecipe di una parte delle quote del gruppo. Codice che la Spinelli srl aveva approvato il 27 maggio 2021 e che a pagina 8 vieta, appunto, di finanziare partiti politici. Eppure, come documentato dalla Guardia di finanza, nel dicembre dello stesso anno dal conto della Spinelli srl era partita un'erogazione liberale al Comitato Giovanni Toti Liguria di 10 mila euro. Stessa cifra versata nei medesimi giorni da altre tre società della galassia Spinelli al movimento totiano, per un totale di 40 mila euro. Come confermato, durante la sua testimonianza, da Almanio Romano, ex direttore finanziario del Gruppo Spinelli.

Un passaggio cruciale nell'inchiesta sulla corruzione ai vertici della Regione Liguria e del porto di Genova. Perché se queste accuse e violazioni fossero confermate, si configurerebbe la possibilità, per i pm, di citare a giudizio per responsabilità amministrativa le società che avessero visto disattesi i propri modelli 231. Chiamandole a rispondere di quanto contestato ai propri vertici o dipendenti indagati, appunto, per corruzione.

Oltre alla Spinelli srl, i sostituti procuratori Luca Monteverde e Federico Manotti nel giugno scorso hanno chiesto alla Finanza di acquisire il materiale legato a questi regolamenti anche presso le altre tre aziende dalle quali erano partiti i pagamenti per il comitato di Toti: la Saimare spa, il Centro servizi Derna srl e la Terminal Rinfuse Genova srl.

Proprio quest'ultima gestisce l'omonimo terminal su cui Spinelli, il 2 dicembre 2021, aveva ottenuto una proroga trentennale della concessione. Una pratica per la quale, secondo i pm, aveva pagato tangenti a Toti e all'ex presidente dell'Autorità portuale Paolo Emilio Signorini, anche lui arrestato il 7 maggio scorso. Ecco, stando alla ricostruzione degli inquirenti i 40 mila euro usciti fra 8 e 9 dicembre 2021 dalle casse delle quattro società di Spinelli, erano un modo per ricambiare gli sforzi fatti da Toti per assicurargli il rinnovo della concessione. Pressando i membri del comitato portuale perché approvassero la proroga. Scenario avveratosi sei giorni prima di quei bonifici. Effettuati quando, almeno alla Spinelli srl, un codice etico che li vietava era già in vigore.

Va ricordato che l'articolo 14 del decreto 231 che disciplina la responsabilità amministrativa delle società, prevede che a fronte di violazioni conclamate possano essere disposte sanzioni interdittive che comportano «la sospensione ovvero la revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali allo svolgimento dell'attività». Qualora questo dovesse accadere, potrebbe essere messa in discussione, insomma, la stessa concessione del Terminal Rinfuse.

Oltre all'acquisizione degli eventuali modelli 231, i pm hanno chiesto al Nucleo di polizia economico-finanziaria di compiere verifiche sugli aspetti legati a questo fronte. Compresi i possibili vantaggi di natura economica che le ipotesi di corruzione contestate avrebbero assicurato alle società. A Semeraro infatti, i magistrati avevano chiesto se la proroga trentennale sul Rinfuse, per chi indaga frutto di tangenti, avesse accresciuto il valore dell'omonima srl. «In termini di potenziale futuro sì, ma non nell'immediato - aveva risposto lei - Sicuramente nel lungo termine aumentava il potenziale». Il 5 novembre inizierà il processo per Toti, Spinelli e Signorini. Resta da capire se e quali società saranno chiamate come responsabili.