Autonomia, Ghio(Pd): "Inserimento porti scelta che contrasta con le richieste del settore"
di Redazione
"Non si registrano nemmeno passi avanti per il contratto nazionale che colpisce la sicurezza dei lavoratori"
L'inserimento dei porti nelle 23 materie che potranno essere completamente regionalizzate a seguito della legge sull'autonomia differenziata approvata recentemente dal Parlamento "è una scelta fuori dal tempo e che contrasta nettamente con le richieste del settore portuale". Lo scrive in una nota Valentina Ghio (Pd), componente Commissione trasporti alla Camera "Sono passati quasi due anni dall'avvio della discussione sulla portualità in commissione parlamentare Trasporti, ma dal Governo nessuna proposta di visione complessiva e zero atti concreti, solo azioni contrastanti con le richieste del mondo portuale - scrive Ghio -. Il settore ha chiesto meno burocrazia e più semplificazione e per tutta risposta si propone di sottoporre le attività portuali a un'ulteriore parcellizzazione autorizzativa e decisionale che appesantirà le attività e renderà meno competitivi gli scali. Siamo di fronte a un governo dei due pesi e due misure: da una lato la legge spacca Italia, e spacca porti se applicata al settore, mentre dall'altro, si registra un silenzio assordante su sicurezza e miglioramento delle condizioni dei lavoratori, come lo sblocco del fondo per l'incentivo all'esodo e il riconoscimento del lavoro usurante, che il Pd chiede da tempo. Così come non registriamo passi avanti sul rinnovo del contratto nazionale in stallo da molti mesi, uno stallo che colpisce tutele e sicurezze dei lavoratori e sul quale chiederemo al Governo di farsi parte attiva per lo sblocco con la stessa solerzia con cui ha portato avanti il percorso di autonomia differenziata". "In un mercato della logistica soggetto a interconnessioni globali, con la grande centralità delle reti transeuropee, la frammentazione delle politiche del governo - conclude Ghio - rischia di compromettere competitività e tenuta del sistema economico oltre che, anche in assenza delle misure a tutela del lavoro richieste, di rendere più fragili i lavoratori e le lavoratrici del settore. È il momento di uscire dalla logica degli accordi di maggioranza per dare le risposte che il sistema e i lavoratori portuali attendono da troppo tempo".
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