ArcelorMittal, salta lo scudo penale. I sindacati: "Decisione che non fa presagire nulla di buono"
di Marco Innocenti
"L'accordo di un anno fa potrebbe diventare carta straccia: si rischia una drastica riduzione dei lavoratori"
Alla fine, dopo tante polemiche all'interno della maggioranza di governo, il Pd ha dovuto piegarsi ai 5 Stelle sul caso dello scudo penale per i dirigenti di ArcelorMittal: la norma è stata esclusa dal Decreto Imprese il cui testo ieri è stato votato in commissione. Oggi il decreto passerà al voto dell'aula di Montecitorio dove, con tutta probabilità, il governo dovrebbe mettere la fiducia per contingentare i tempi di approvazione. Adesso la norma che ripristinava una parziale immunità penale per i vertici di ArcelorMittal non è più presente nel decreto.
Il rischio però è che l'accordo faticosamente raggiunto poco più di un anno fa fra governo, azienda e sindacati venga letteralmente stracciato. E proprio le rappresentanze sindacali sono le prime ad esprimere forti perplessità sulla decisione dell'esecutivo: "E' un fatto grave che aggiunge ulteriore incertezza al futuro dell’ArcelorMittal nel nostro paese - fanno sapere in una nota congiunta Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil - La norma abrogata non garantiva alcuna immunità penale ma era limitata alla realizzazione del piano ambientale, pertanto con perimetro e portata limitata. Tale norma non ha impedito, anche nei mesi precedenti, di indagare su reati al di fuori di quel perimetro, come la sicurezza dei lavoratori".
"Questa decisione - proseguono i sindacati - insieme al repentino cambio al vertice di ArcelorMittal Italia, non fa presagire nulla di buono. Nella migliore delle ipotesi si profila il rischio di una drastica riduzione dell’occupazione, nella peggiore è solo il prologo ad un disimpegno e a lasciare il nostro paese. Abbiamo con grande fatica sottoscritto un accordo il 6 settembre 2018 che da un lato l’azienda dall’altro il Governo potrebbero far diventare carta straccia".
"Non ha nessuna credibilità un’azione politica e aziendale che ad un anno di distanza cambia le carte in tavola e agevola negativamente la congiuntura non favorevole dell’industria italiana - conclude la nota - Abbiamo da giorni chiesto un incontro con la nuova Amministratrice Delegata e con il Governo che siamo a risollecitare. Se non otterremo una conferma di tutti gli impegni presi avvieremo al più presto un percorso di mobilitazione".
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