Amministrative Genova 2022, l'ultimo confronto fra i candidati sindaco è negli studi di Telenord

di Marco Innocenti

Bucci: "200 milioni l'anno per la manutenzione". Dello Strologo: "Pronto un grande piano straordinario per rimediare agli errori degli ultimi 5 anni"

L'ultimo confronto fra i sette candidati sindaco che si sfideranno domenica 12 giugno per la poltrona di sindaco di Genova si svolge a Telenord. Negli studi della nostra emittente, Marco Bucci, Carlo Carpi, Mattia Crucioli, Ariel Dello Strologo, Martino Giacomo Manzano Olivieri, Antonella Marras e Cinzia Ronzitti hanno risposto alle domande poste dalla redazione di Telenord e dell'inviata parlamentare de "Il Domani" Daniela Preziosi, dell'editorialista de "Il Giornale" Vittorio Macioce e del vicedirettore de "Il Foglio" Salvatore Merlo.

La prima azione che metterete in campo e a chi dedicherete l'eventuale vittoria? 

"La mia dedica sarebbe ai genovesi - ha risposto Marco Bucci - che vogliono dare a Genova la possibilità di diventare grande e internazionale. La prima cosa da fare sarà comporre la Giunta ma poi mettere a terra i tanti progetti già finanziati. Dovremo poi gestire il rapporto con gli uffici interni e i contatti con i ministeri ma partiremo subito con il raddoppio delle risorse a disposizione per la manutenzione e, quelle per il sociale, che passeranno da 65 a 80 milioni".

"Per prima cosa daremo il ben servito ai tanti raccomandanti presenti negli uffici del Comune, pescati spesso nel mondo della sinistra - dice Carlo Carpi - per sostituirli con persone capaci, che lo meritino veramente in base alle loro competenze. La dedica? A tutti i componenti della mia lista e a tutti gli amici conosciuti in questa campagna". "Subito far causa al concessionario autostradale per il crollo di Ponte Morandi e per tutti i cantieri che patiamo da anni per le mancate manutenzioni - l'intenzione di Mattia Crucioli - Nessun compromesso con chi ha causato 43 vittime. La vittoria poi la dedicherei ai genovesi che non si vogliono arrendere ma puntano a cambiare le cose".

"Partirei subito con un confronto con i dipendenti comunali - risponde invece Ariel Dello Strologo - per dire loro che faremo di tutto per creare i presupposti per una collaborazione fattiva. Poi vorremmo sederci aun tavolo per discutere dei tempi di attuazione dei finanziamenti del Pnrr, oltre a convocare un tavolo sul porto, che traguardi gli sviluppi futuri anche in un'ottica di collaborazione con le città di Milano e Torino".

"La prima cosa sarà una bella festa perché già essere qui per me è un successo - dice Martino Giacomo Manzano Olivieri - Poi daremmo il via ad un approfondito controllo del bilancio comunale, lanciando un fondo a favore di tutti coloro che hanno avuto danni da vaccino, procedendo poi al reintegro immediato dei sanitari sospesi". "Prima di tutto convocheremmo un tavolo con le parti sociali - l'intenzione di Antonella Marras - specialmente nel settore sociosanitario. Il mio grazie invece va a chi spesso non ha voce perché si trova ai margini della società". "Prima incombenza sarà l'abbattimento del debito del Comune - dice Cinzia Ronzitti - per finanziare così nuove assunzioni nella partecipate, assunzioni che servano a mettere in sicurezza la città e a creare occupazione. Subito dopo però vogliamo potenziare i controlli da parte delle Asl sui luoghi di lavoro dove ancora oggi si muore".

 

Il ruolo e la strategia per le società partecipate

"L'obiettivo primario è quello di dare spazio ha chi ha un curriculum e non semplicemente la tessera del Pd - l'attacco di Carlo Carpi - Noi guarderemo solo alle competenze, per ottenere un efficientamento delle risorse e per inserire solo persone motivate". "Le partecipate sono un valore che deve restare pubblico - dice Mattia Crucioli - Parliamo di servizi quali gas, acqua e trasporti. Purtroppo centrodestra e centrosinistra stanno lavorando a Roma per impedire che questi servizi lo restino. Poi serve responsabilizzare i dirigenti, con un sistema di premi e sanzioni che faccia da incentivo".

"L'obiettivo principale dev'essere quello di coniugare tutela dei lavoratori e efficienza del servizio offerto - spiega Ariel Dello Strologo - che deve restare pubblico. La gestione delle Partecipate, poi, dovrà essere improntata ad una forte condivisione fra la Giunta e i manager che le dirigono". "Vorremmo che ogni partecipata aprisse uno sportello per rispondere alle esigenze dei cittadini - risponde Martino Giacomo Manzano Olivieri - per migliorare i servizi offerti. Serve poi istituire una nuova partecipata, che si occupi delle energie rinnovabili".

"I servizi che offrono devono restare pubblici - conferma anche Antonella Marras - La privatizzazione porterebbe solo ad un calo della qualità dei servi e del rispetto per i lavoratori". "Pensiamo anche noi che tali aziende debbano essere gestite dai lavoratori - risponde Cinzia Ronzitti - Chi meglio di loro conosce le dinamiche di queste aziende? La città è sporca, inquinata e non si può davvero andare a impattare ancora".

"Le partecipate sono una componente essenziale della macchina pubblica - la risposta di Marco Bucci - Devono dare servizi ai cittadini e non fare profitto. Noi abbiamo trovato Amiu che valeva un euro, stava per essere venduta e non c'erano i soldi nemmeno per pagare gli stipendi. Oggi è un'azienda sana e in crescita. La Fiera aveva 20 milioni di debiti e ora è a posto. Al Porto Antico c'è un grosso problema con le vasche, frutto della cattiva gestione di chi non ne ha intuito l'importanza, ma sistemeremo anche quello. Abbiamo fatto tanto in questi anni, faremo anche questo".

 

Genova smart city e a misura d'uomo: traffico, mobilità, impatto ambientale e risorse economiche

"Abbiamo preso il progetto della Gronda - dice Mattia Crucioli - e abbiamo visto che tutto può essere fatto meglio, con meno costi, meno gallerie e in minor tempo. E' la cosiddetta Gronda di Colombo. Non è questione di dire sì o no alle infrastrutture ma valutare se queste servano davvero o meno. Poi serve concretezza: la funivia dei forti per noi è solo una baracconata della quale peraltro non abbiamo ancora visto nemmeno un progetto. Idem per lo Skytram, del quale non c'è ancora un progetto".

"La soluzione è trasferire tutto il sistema dei trasporti su rotaia - risponde Ariel Dello Strologo - in una rete combinata tram-metro. Quest'ultima poi deve arrivare a San Martino da una parte e a Canepari dall'altra. Le zone collinari invece dovranno essere servite da bus elettrici o da un incremento degli impianti a fune".

"Io sono piuttosto per una human city - commenta Martino Giacomo Manzano Olivieri - che sia a misura d'uomo e basata su modelli della solidarietà e dell'aiuto reciproco". "Ok alle infrastrutture se tutelano l'ambiente e la salute ma no alle grandi opere - spiega invece Antonella Marras - Siamo poi favorevoli alla messa in sicurezza del territorio. I fondi stanziati per skymetro e assi di forza possono essere utilizzati per una rete di tram che permetterebbe anche di riqualificare i quartieri, all'interno di un quadro di mobilità dolce".

"I governi nazionali hanno spesso tradito i bisogni dei ceti meno abbienti - spiega Cinzia Ronzitti - ma la priorità è che da Roma arrivi il salario di disoccupazione altrimenti non serve avere grandi opere infrastrutturali se poi nessuno si può permettere di utilizzarle. Vogliamo poi un trasporto pubblico che si basi su bus elettrici e l'abbattimento delle barriere architettoniche".

"Noi abbiamo un preciso piano delle infrastrutture - la risposta di Marco Bucci - Parliamo di un miliardo e mezzo di investimenti che triplicheranno i chilometri di metropolitana attuali, dalla Valbisagno alla Valpolcevera. Sono progetti pronti e già finanziati. Nel 2025 avremo poi tutti bus elettrici in città, con due parcheggi d'interscambio più altri due ai caselli autostradali dove lasciare l'auto per girare in città solo con il trasporto pubblico".

"Usare la parola smart oggi va molto di moda - dice Carlo Carpi - A me piacerebbe invece vivere in una città normale dove per andare dal centro a Voltri non ci voglia un'ora. La Soprelevata è obsoleta, ormai è marcia e non vogliamo che faccia la fine del Morandi. E poi Genova merita una metropolitana che non sia di recupero".

 

Genova, di fatto, non è collegata col nord Italia di cui dovrebbe essere il porto naturale: non ha una vera autostrada né una linea ad alta velocità verso Milano. Quanto ha pesato sulla città la cosiddetta "politica del no"?

"E' mancata in questi anni la classe politica - attacca Martino Giacomo Manzano Olivieri - Abbiamo affidato le concessioni ai Benetton che hanno tratto da esse utili su utili, abbandonando qualsiasi manutenzione e il risultato lo conosciamo tutti. Il vero problema è la corruzione". "Sul tema del Terzo Valico si discute da 20 anni - la risposta di Antonella Marras - Non c'è solo la politica del no, ma in Francia, ad esempio, stanno rivedendo i finanziamenti per la Tav". "Bisogna tener conto che Genova ha una conformazione particolare - risponde Cinzia Ronzitti - Non ha spazio per opere inquinanti e impattanti. I grandi cantieri poi graverebbero sulla cittadinanza. Per questo, il nostro no".

"La politica del no ha frenato Genova per 25 anni - ha detto Marco Bucci - su tutte le nuove idee. Noi non vogliamo fare come gli altri, vogliamo fare di più. Collegarsi con Milano è fondamentale, così come collegarsi con il corridoio Reno-Alpi, perché se le merci arrivassero qui a Genova con 5 giorni d'anticipo rispetto a Rotterdam sarebbe qualcosa di importantissimo per la città".

"Bisogna prima di tutto capire cosa sarà il porto fra 20 anni - dice Carlo Carpi - Una volta era un porto-mercato ma oggi non è più così. La risposta per portare i container a Milano o in Svizzera è senza dubbio il treno". "Ci sono opere da contrastare, opere da sostenere e opere da cambiare - l'idea di Mattia Crucioli - E' una generalizzazione che non accetto quella della politica del no. Il Nodo Ferroviario, ad esempio, è un'opera necessaria, fermatasi non per una fantomatica politica del no ma per scelte sbagliate della politica che ha affidato i lavori ad aziende inadeguate. La Gronda ha obiettivi giusti ma è il progetto ad essere sbagliato".

"Resto perplesso di fronte ad una definizione come quella della politica del no - risponde anche Ariel Dello Strologo - Si stanno ultimando dei lavori, come per il terzo Valico, che porteranno un vantaggio di cinque minuti sulla tratta fino a Tortona. Il vero vantaggio nei tempi arriverà solo con il quadruplicamento della tratta finale. Poi parliamo della genova-Milano, un'autostrada vecchia di cui dovremo prima o poi trattare". 

 

Manutenzione e pulizia della città: è pensabile l'idea di pedonalizzare alcune zone, anche fuori dal centro?

"Genova è una città sporca - esordisce Antonella Marras - a cui la giunta ha riservato poca attenzione al di fuori della "zona vetrina" del centro. Serve più pulizia e un miglioramento della gestione dei rifiuti. Ciò che è stato fatto fino ad oggi è sbagliato: amiu deve assumere più personale. Sulle pedonalizzazioni siamo d'accordo ma in una strategia che sostenga il trasporto pubblico". "Al di fuori del centro la città è sporca - risponde Cinzia Ronzitti - I cassonetti sono tutti rotti e bisogna aumentare il personale in servizio". 

"Abbiamo portato i fondi per la manutenzione della città da 65 a 100 milioni l'anno - dice Marco Bucci - ma non basta. Per questo abbiamo intenzione di mettere sul piatto 200 milioni l'anno per i prossimi 5 anni. Sarà il miliardo meglio speso che si possa pensare. Avrà ricadute anche sull'economia della città perché, dalle partecipate, a cascata finirà anche alle piccole imprese. Sulle pedonalizzazioni siamo favorevoli, anche nelle delegazioni come ad esempio Sestri. Sempre però in accordo con cittadini e negozianti".

"Quante causa aperte ha il Comune di Genova per risarcimento a cittadini caduti per le buche nelle strade? - la domanda di Carlo Carpi - Spesso i cittadini peraltro segnalano al Comune che poi si limita a transennare e non ripara. Le pedonalizzazioni hanno senso ma solo se servite da un adeguato trasporto pubblico e da parcheggi utilizzabili". "Il ciclo dei rifiuti deve tornare interamente in mano ad Amiu - chiarisce Mattia Crucioli - Per le pedonalizzazioni, mi fa piacere sentire il sindaco Bucci dire che le farà solo in accordo con abitanti e commercianti. E quanto accaduto a Nervi? In realtà questa giunta ha fatto calare dall'alto dei progetti non condivisi che scontentano tutti".

"Abbiamo un piano straordinario della manutenzione - risponde Ariel Dello Strologo - indispensabile dopo 5 anni di questa gestione sbagliata. Va posto in essere in accordo con i Municipi che devono avere poteri, risorse e operare all'interno di un piano condiviso col Comune. Le pedonalizzazioni? Fondamentali per tornare ad un vivere urbano di qualità ma solo se condivise con i cittadini e benefiche per il piccolo commercio, anche grazie alla presenza delle Case di Quartiere".

"Genova è una città sporca - replica Martino Giacomo Manzano Olivieri - e con tanti disoccupati: mettiamoli in condizioni di lavorare, riprendendosi così la loro dignità. Le pedonalizzazioni sì ma solo dopo aver messo mano al problema dei trasporti".