Alessandro Laghezza a Telenord: "No al campanilismo tra porti liguri, insieme si sfruttano meglio le opportunità"

di Edoardo Cozza

Il ceo del gruppo nato alla Spezia e che sta allargando sempre più i propri confini punta molto sulla Pontremolese: "Opera chiave per la crescita della Liguria"

Alessandro Laghezza, ceo e proprietario del gruppo che porta il suo cognome, a Telenord fa il punto sulle sue attività e regala spunti interessanti sul sistema portualistico spezzino, ligure e italiano. Ovviamente si parte dal bilancio del 2021, anno di ripresa dopo il 2020 decisamente complesso a causa del lockdown per il covid-19: "È stata un'annata decisiva per noi, siamo usciti col turbo dal covid, con grande voglia di fare e di investire in tutti i settori della nostra attività. Abbiamo acquisito la 'Levante' a Trieste espanendoci anche in quel porto, abbiamo ampliato la nostra attività nell'ambito dei trasporti e poi, nella logistica, investiremo per aumentare la nostra portata sulla Spezia con importanti novità che presto annunceremo".

Cuore spezzino, ma ormai le attività e il business sono sparsi in diversi territori: "La nostra è un'azienda che fa un fatturato non prevalentemente spezzino, anche se il nostro cuore e la nostra base restano lì. Alla Spezia c'è un piano di sviluppo che nasce da lontano e che trova una sua quadra in investimenti che porteranno la capacità del porto a un milione di Teus e poi un percorso analogo lo seguirà la parte crocieristica, con La Spezia che diventrà hub per gli arrivi e le partenze delle navi"

Per migliorare si guarda anche alle infrastrutture collaterali al porto: "La grande sfida è la Pontremolese, che rientra nel piano strategico nazionale delle ferrovie. Ci consentirebbe di connetterci molto più efficientemente coi nostri mercati di riferimento per la pianura Padana e altri ricchi nuovi mercati"

È un periodo in cui nel porto di Genova ribollono gli animi con l'ipotesi spostamento delle rinfuse a Savona. La Spezia può giovarne? "Io non posso che guardare al porto di Genova con grande attenzione e non potrò mai parlare a favore della Spezia e contro Genova: bisogna lavorare tutti insieme come sistema portuale ligure o addirittura dell'Alto Tirreno. Si sta pensando alla ricollocazione di un porto storico come quello del capoluogo ligure, che ha bisogno di infrastrutture efficienti, perché finora è stato pesantemente penalizzato: niente campanilismi, bisogna sfruttare insieme tutte le opportunità".

La logistica ha vissuto momenti complessi a causa di 'colli di bottiglia' e prezzi aumentati post-pandemia: "Il settore è come un tubo che ha una determinata portata: nel 2020 ovviamente non è stata sfruttata a pieno, poi appena abbiamo riaperto il rubinetto c'è stata difficoltà nel trasportare un flusso aggiuntivo rispetto a quello normale. Questo ha portato a rallentamenti e anche a costi vertiginosi, che noi abbiamo provato a cavalcare come azienda garantendo servizi e novità, ma senza speculare".

L'Italia insegue i porti del nord Europa: è una rincorsa che può giungere a buon fine? Laghezza sottolinea: "Il percorso è lungo, alcune condizioni geografiche ci facilitano perché siamo una tappa più vicina per le navi oceaniche, ma abbiamo lo svantaggio di spazi ridotti rispetto agli scali del nord Europa. Noi non possiamo sostituirci ai porti del nord, ma possiamo affiancarli come porta sud dell'Europa, con l'Italia che dev'essere capofila".