Aldo Spinelli a giudizio per detenzione di armi non dichiarate, "Nemmeno ricordavo di averle più"

di steris

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Tre fucili da caccia, ereditati dalla suocera dell'imprenditore, costano un procedimento all'imprenditore portuale

Aldo Spinelli a giudizio per detenzione di armi non dichiarate, "Nemmeno ricordavo di averle più"

Aldo Spinelli, l'imprenditore portuale coinvolto nell'inchiesta sulla corruzione che ha visto il suo arresto insieme al politico Giovanni Toti, è stato rinviato a giudizio per il reato di detenzione illegale di armi.

La vicenda risale al 7 maggio scorso, quando la Guardia di Finanza si presentò a casa di Spinelli per notificargli una misura cautelare nell'ambito dell'inchiesta sulla corruzione. Durante la perquisizione, gli agenti trovarono, oltre a oltre 200 mila euro in contante, tre fucili da caccia, mai dichiarati e detenuti senza le necessarie autorizzazioni. Le armi – un fucile a canne giustapposte calibro 28 marca Bernardelli, un monocanna calibro 20 della "Fabbrica Nazionale Armi" e un semiautomatico calibro 12 marca Breda – erano state ereditate dalla suocera di Spinelli, ma l'imprenditore non si ricordava nemmeno di averle, come dichiarato dai suoi avvocati, Andrea Vernazza e Alessandro Vaccaro.

Il pubblico ministero Federico Manotti ha avviato le indagini, contestando a Spinelli il reato di detenzione illegale di armi. Nonostante la difesa abbia sostenuto che l’imprenditore non fosse consapevole della presenza delle armi, il pm ha chiesto il rinvio a giudizio. Il giudice per l'udienza preliminare ha accolto la richiesta, disponendo che Spinelli andasse a processo. L’udienza preliminare è fissata per il 25 marzo prossimo.

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