30 Giugno: in 800 per dire no al fascismo, con musiche e slogan pro Carola
di Michele Varì
2 min, 17 sec
Manifestazione riuscita, macchiata alla fine da manipolo di violenti: danni a un'auto dei vigili e ad una banca
Una grande manifestazione popolare per gridare no al fascismo, oltre ottocento persone di ogni età ed estrazione insieme con musiche e striscioni, pupazzi (a testa in giù) con le foto di Salvini, Meloni, Iannone, Adinolfi. Gridando no al razzismo, no allo sfruttamento dei lavoratori, no all'arresto del capitano Carola, no all'omofobia, no ai confini, una manifestazione, però, quella per ricordate il 30 Giugno 1960, alla fine macchiata da un manipolo di violenti travisati che, facendosi scudo degli altri manifestanti, in via XX Settembre, angolo via 5 dicembre, hanno infranto i vetri di un'auto della polizia locale (mentre l'agente stava bloccando il traffico per il passaggio del corteo). Prima ancora avevano danneggiato a martellate le vetrate di una banca e deturpato quelle del negozio Benetton di corso Buenos Aires su cui hanno scritto “assassini”, in ricordo di Ponte Morandi.
Senza questi raid, contornati da scritte un po' ovunque, la celebrazione organizzata da Genova Antifascista per non dimenticate il 30 giugno 1960, quando la città si mobilitò per impedire il congresso nazionale del Msi, sarebbe stata solo una festa piena di colori e suoni. Ma non è stato così, e la Digos ora ha avviato indagini per dare un nome ai violenti: le immagini dei raid sono state acquisite dalla scientifica.
Partito da piazza Alimonda, a pochi metri dalla sede di CasaPound blindata dal reparto mobile, il corteo ( a cui ha preso parte il papà di Lorenzo Orsetti, il fiorentino ucciso a marzo In Siria combattendo con i curdi e contro l'Isis) si è snodato dalle 18,20 per le vie del centro, passando da corso Buenos aires e sino ad attestarsi, alle 20.30, in piazza De Ferrari. Con anarchici, portuali, sindacalisti, ragazzi dei centri sociali, studenti medi, disoccupati, come Cristian, ex postino, la giovane voce del corteo che, quasi a ritmo di rap, pur senza musica, ritmava con rabbia il tempo degli slogan al microfono. Presente anche Giordano Bruschi, 93 anni, partigiano che quel 30 giugno lo visse da protagonista in quanto delegato della Cgil.
Fra tanti cittadini comuni anche una settantina di lavoratori extracomunitari arrivati da Tortona per denunciare le condizioni di lavoro a cui sono costretti alle dipendenze di cooperative che lavorano quasi sempre per i marchi della grande distribuzione, da In's alla Coop: tanti straordinari e pochi soldi. "Se va bene, ok, sennç avanti un altro", racconta un trentenne magrebino. I manifestanti in trasferta prima di unirsi al corteo in piazza Alimonda hanno effettuato un simbolico presidio davanti alla Coop di largo Fucine, a Piccapietra. A coordinarli il Si Cobas, uno dei sindacati più duri, che ha denunciato gi attacchi che subiscono i lavoratori della coop Clo del polo logistico di Tortona solo perché, assicurano, hanno provato a rivendicare i loro diritti di lavoratori"."Il fascismo oggi è anche questo" grida al microfono Cristian l'ex postino disoccupato.
Michele Varì
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