Verso le comunali, Calenda a Telenord: "Pronti a correre da soli, non sosterremo un uomo di partito"

di Matteo Cantile

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"Per noi è pronta Cristina Lodi", dice. E sul Pd: "Vuole schierare un altro uomo di partito, magari uno che lavora nel porto, così facciamo filotto"?

Verso le comunali, Calenda a Telenord: "Pronti a correre da soli, non sosterremo un uomo di partito"

"Azione non è mai stata nel campo largo, mette insieme troppe cose diverse da Renzi ad AVS: non è affatto sicuro che il nostro partito voglia ripetere lo stesso percorso fatto alle regionali". Ha parlato così Carlo Calenda, impegnato ieri a Genova in un incontro dedicato all'Industria che è però stato ovviamente anche l'occasione per riflessioni politiche e strategiche in vista delle prossime amministrative genovesi. 

Scelte politiche— Calenda ha sottolineato che la recente esperienza elettorale in Liguria, quella elezioni regionali, non ha premiato il suo partito. “Orlando è stato percepito dagli elettori come un uomo di partito, di apparato, messo al confronto di Bucci, considerato uomo del fare. Vogliamo ripetere lo stesso errore candidando un altro uomo di partito? Uno che magari ha lavorato nel porto, così facciamo filotto?" ha chiesto. 

Candidatura— In caso di mancanza di accordi, Azione sarebbe pronta a correre da sola, con Cristina Lodi come possibile candidata. “È una personalità di prim’ordine, che viene dal mondo popolare, e siamo pronti a fare la nostra corsa", ha affermato, aggiungendo che l’obiettivo prioritario resta una grande alleanza civica, lontana da ideologie.

Aree critiche— Parlando di possibili alleanze con il Movimento 5 Stelle, Calenda ha espresso perplessità. “Ha sempre un costo molto alto per noi. Il nostro elettore fatica a comprendere certe necessità politiche locali, soprattutto quando si tratta di collaborare con partner ideologicamente distanti.”

Visione nazionale— Il leader di Azione ha poi distinto le esigenze locali, come viabilità e decoro urbano, dai temi nazionali. Ha puntato il dito sui costi dell’energia, previsti in forte aumento nel 2025: “Con un costo doppio rispetto alla Francia, la situazione è insostenibile per le imprese".

Proposte industriali— Per il rilancio della manifattura, Calenda ha individuato tre pilastri fondamentali: abbattere i costi dell'energia, migliorare la formazione e ripristinare un piano di investimenti simile a Industria 4.0. “Serve disaccoppiare il prezzo del gas da quello delle rinnovabili per abbattere i costi”, ha dichiarato. Sul nucleare, e sulle difficoltà che inevitabilmente emergeranno quando si tratterà, eventualmente, di selezionare un sito per costruire una nuova centrale, Calenda è netto: “Quando ho fatto il Tap in Puglia, con la gente che protestava, ho militarizzato il sito. Se non lo avessi fatto, con la crisi ucraina saremmo in ginocchio. Si fa così".

Grandi opere— Per Calenda, il futuro industriale di Genova passa anche dalla continuità delle grandi opere: “Va scelta una personalità che convinca i genovesi che lo sviluppo non si arresterà". Ha evidenziato inoltre la necessità di un approccio pragmatico: “Ricordo che la centrale nucleare di Trino Vercellese fu costruita in tre anni. Quella era l’Italia”.

Energia— L’attenzione di Calenda sui costi energetici si è concentrata sull’impatto per le imprese italiane: “Siamo il Paese della manifattura. Senza energia a prezzi ragionevoli, il Paese non sopravvive". Ha concluso sottolineando la necessità di un governo meno fazioso: “Ho votato per la separazione delle carriere alla Camera. Se il governo fa una cosa buona, io la voto. Vorrei lo stesso approccio. Quando una cosa non funziona e l'opposizione fa una proposta, andrebbe tenuta in conto”.

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