Ventimiglia, attivisti di Amnesty e migranti ricordano l'afgano morto in A10

di Redazione

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In piazza per ricordare Ahmed Safi, l'afgano ventenne travolto da due auto e un tir il 7 novembre in autostrada mentre cercava di entrare in Francia. Amnesty: "Fermare le morti dei migranti"

Ventimiglia, attivisti di Amnesty e migranti ricordano l'afgano morto in A10

Una quarantina tra migranti e attivisti di Amnesty e di altre associazioni si sono ritrovati alla frontiera di Ponte San Ludovico, a Ventimiglia, per ricordare Ahmed Safi, l'afgano di 20 anni travolto da due auto e un tir il 7 novembre in A10, mentre cercava di entrare in Francia.

I manifestanti hanno posato fiori e lumini accanto all'opera "Terzo Paradiso" del Pistoletto, si sono messi in cerchio e hanno letto un saluto ad Ahmed in italiano, francese e inglese. Poi hanno intonato una canzone intitolata "Ventimiglia tu sei maledetta". "Siamo qui per Ahmed l'ultima vittima di quanti tentato di passare il confine. Questo è il luogo, dove ci riuniamo sempre ogni anno per la giornata del rifugiato. Amnesty è sempre polarizzata su questo enorme problema e lede i diritti umani fondamentali di queste persone", ha detto Maria Giulia Latini del "Gruppo 73" di Amnesty. "Per evitare queste morti - ha aggiunto - ci deve essere una presa di coscienza da parte di tutte le nazioni. Le morti dei migranti devono essere fermate".

Alcuni attivisti hanno mostrato il cartello con la scritta "Percorsi sicuri e legali". Nel corso della cerimonia è intervenuto uno dei tanti stranieri fermi al confine. "Ho moglie, casa e famiglia. Vi siete chiesti perché siamo qui, perché siamo immigrati e chi ha creato l'immigrazione? Chi genera le crisi in Africa? Chiedetelo ai politici. Non sono certo contento di essere qui, mi manca la famiglia". Presente alla manifestazione anche Dantilio Bruno dell'Anpi di Ventimiglia.