Venezia, chiusa la due giorni di tavola rotonda “Bigliettazione elettronica, tecnologie ITS e MaaS"
di Redazione
L’iniziativa era stata convocata dall’associazione in collaborazione co AVM e Vela, le aziende del trasporto pubblico della città lagunare
La tavola rotonda “Bigliettazione elettronica, tecnologie ITS e MaaS: esigenze e prospettive delle aziende di trasporto e il PNRR” ha chiuso la seconda giornata di lavoro della con vention di Club Italia nella sala delle Procuratie di Piazza San Marco a Venezia. L’iniziativa era stata convocata dall’associazione in collaborazione co AVM e Vela, le aziende del trasporto pubblico della città lagunare.
Il direttore Claroni apre chiedendo ai partecipanti se le tante normative (ai diversi livelli) sul settore del TPL non debbano essere aggiornate per chiudere concretamente ed in tempi certi la digitalizzazione del settore. Ed ovviamente si riparla delle risorse che Club Italia ha calcolato servano per completare il processo di digitalizzazione settoriale in Italia: poco meno di 500 milioni.
Massimo Bettarello, presidente di ATV Verina e di Confservizi Veneto e Friuli sposta subito l’attenzione e apre il capitolo sui soldi e sul modo di stenderli bene: “Il problema degli investimenti c’è ed attiene ai problemi di ogni azienda. Ma il problema è quanto viene remunerato il capitale investito. Auspico una regia più centralizzata, e quindi nel luogo dove si decidono sono le risorse”.
Marco D’Elia, della direzione infrastrutture della Regione Veneto ricorda che “il tema della digitalizzazione è un argomento all’attenzione della Regione. Ci sono già progetti in corso sia per le amministrazioni locali che per i loro sistemi di trasporto. Siamo anche sollecitati di sviluppare la validazione obbligatoria, ma e’ chiaro che se da una parte sappiamo che questa è utile per capire i flussi di traffico, dall’altra non sempre da parte dei clienti c’è la disponibilità ad accettarla.
“Sarebbe molto utile mettere a disposizione l’esperienza costruita dalla nostra azienda per realtà minori regionali, dice Michele Zuin, assessore alla Mobilità del comune di Venezia. Questo favorirebbe l’omogeneità dei sistemi per i cittadini perché siamo d’accordo che la cosa migliore sarebbe ad un unico sistema per tappare sempre ed ovunque. E’ chiaro che la tecnologia si adatta. Ma ricordiamo sempre per le buone tecnologie ci vogliono i soldi. Certo, anche a Venezia si è parlato da tempo di validazione obbligatoria che sarebbe utilissima per avere i dati dei flussi, ma poi la Politica ha subodorato il possibile malumore della gente e tutto si è rallentato”.
La voce delle associazioni è stata portata da Aniello Semplice di Asstra e AD ad di Trieste Trasporti del gruppo Arriva che ha ricordato come l’obbligatorietà della validazione è una posizione dell’associazione da quasi quindici anni.
“La posizione Asstra è nota e netta perchè già nel 2009 proprio qui a Venezia quando le conclusioni di un convegno le fece Guido del Mese per la validazione obbligatoria venne ufficializzata.
Le difficoltà delle aziende, quest’anno non sono poche, visto che le aziende fanno fatica a chiudere i bilance ed anche questo tema nel contesto in cui ci muoviamo con ta molto. L’obiettivo è quello di aumentare al 20 per cento della gente sul tpl e non lo raggiungeremo se non saremo in grado di mettere su strada autobus nuovi, con una frequenza giusta e precisa. Se no non ci scolleremo da quel 10/11% che da anni ci inchioda”.
“Fondi necessari? Fonti di finanziamento? PNRR? Se si danno soldi ad un’azienda, si devono dare in modo vincolato al loro utilizzo.
Ma attenti a non ripercorrere percorsi del passato quando di programmavano più chilometri, che portavano a più soldi, che facevano assumere più autisti ed aprire più line e più fermate, con più tessere sindacali ed in finale più voti.
Tanto per cominciare dovremmo sapere perfettamente quanta gente trasportiamo e quindi sono assolutamente d’accordo che la validazione obbligatoria vada fatta, ma perché imporla: dovrebbe essere naturale dice Giovanni Seno, direttore generale AVM. Per portare piu clienti sul Tpl dobbiamo essere in grado di dare la stessa comodità dell’auto privata. Se no non riusciremo ad arrivare al 20 per cento.
Per noi il massimo della comodità è quello di usare gli strumenti che usiamo tutti i giorni, per esempio pagare con la carta di credito o magari con la messaggistica che usiamo tutto il giorno. Noi abbiamo trovato un socio, Open Move con cui faremo la bigliettazione con Whatsapp. Dobbiamo attirare la clientela con questi strumenti di uso comune e facile”.
“Avete parlato di fondi, interviene Giorgio Pizzi, della direzione generale TPL del MIT, e da tempo nella nostra direzione lavoriamo sul tema del grande scostamento tra spesa ed incassi nel settore. Ed registriamo in piu quello della grande differenza tra piccole e grandi aziende soprattutto in tema di ripartizione dei fondi tra le aziende che afferiscono al Fondo nazionale. Si né parlato di Dati, bene ci stiamo lavorando in collaborazione con le associazioni del settore che sono di grande supporto alle aziende.
Le conclusioni della tavola rotonda sono state affidate a Piero Sassoli, presidente di Club Italia che assieme a Claudio laroni e Giovanni Seno sono stati gli animatori della due giorni.
“Abbiamo avuto 200 iscritti, dice Sassoli, ed abbiamo visto tutto ciò che c’è di nuovo.
La ricerca che ha presentato il nostro Maurizio Pelosi si chiude con un numero: 490 milioni. Servirebbero, secondo noi a portare tutte le aziende del settore ad un livello ottimale di digitalizzazione. E’ la stessa cifra che ricordiamo legata ad un fatto molto negativo, l’evasione tariffaria, con una differenza sostanziale, l’evasione è per sempre, l’investimento è per una volta. Ed oggi per tutti noi c’è l’opportunità di fare lo scatto che ci serve. Sfruttiamo il momento giusto”.
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