Vaccini, in Liguria a rischio l'accesso a scuola per 20 mila bambini

di Alessandro Bacci

1 min, 33 sec

1800 unità inadempienti per quanto riguarda gli asili e le scuole materne

Vaccini, in Liguria a rischio l'accesso a scuola per 20 mila bambini
Sono circa 1800 i bambini della scuola d'infanzia che potenzialmente, in Liguria, potrebbero vedersi negato l'accesso ad asili nido e scuole materne per violazione della Legge Lorenzin in materia di vaccini. Per quanto riguarda il numero degli inadempienti per la scuola dell'obbligo si prevede un numero che si aggira attorno alle 20 mila unità. L'anno scolastico in Liguria comincia lunedì 16 settembre. Secondo le stime dell'azienda sanitaria ligure Alisa infatti da una media di 6 mila bambini liguri del 2017 (anno di entrata in vigore della legge Lorenzin) per le tre 'coorti', ovvero le tre classi di nascita (2012, 2013 e 2014) si è passati a circa 1800 bambini nati nel triennio successivo che nel 2019 non hanno ancora effettuato la prima dose di vaccino contro morbillo, parotite e rosolia. "In Liguria - ha detto l'assessore regionale alla Sanità Sonia Viale - abbiamo raggiunto gli obiettivi di salute pubblica grazie a un lavoro importante di prevenzione e accompagnamento delle famiglie con la cosiddetta 'via ligure'. In merito all'attuazione della legge nella parte relativa alle sanzioni, ho scritto ai miei colleghi della commissione sanità della Conferenza delle Regioni per evidenziare la necessità di eliminare la parte sanzionatoria. La norma infatti prevede una sanzione per ciascun vaccino non effettuato, con un meccanismo cumulativo: dal momento che abbiamo raggiunto gli obiettivi di salute pubblica, ritengo si tratti di una vessazione inopportuna e ingiusta nei confronti delle famiglie, tanto più che non è stato certo lo spauracchio delle sanzioni a portare risultati". Viale ha espresso dubbi anche sulla procedura: "La norma - spiega - prevede che le Regioni siano esattori per conto dello stato nei confronti delle famiglie: le Asl dovrebbero elevare la sanzione senza però poter sapere chi pagherà e chi no. Le risorse infatti vengono versate allo Stato che tuttavia ne destinerebbe solo una minima parte alla prevenzione, unico strumento efficace - conclude Viale - in una materia delicata e importante come quella dei vaccini".