Vaccinazioni, Garibaldi: "Liguria fanalino di coda delle Regioni"
di Antonella Ginocchio
Il capogruppo del Pd in Consiglio regionale: "Serve una revisione del piano: un vaccino su tre non somministrato. Avanzate proposte dai dem
Un'intera seduta del Consiglio regionale dedicato al piano di vaccinazioni. A chiederlo è stata l'opposizone consiliare giallo rossa. A dar fuoco alle polveri è stato il capogruppo del Pd, Luca Garibaldi. "La Liguria nelle vaccinazioni è il fanalino di coda delle Regioni: un vaccino su tre non viene somministrato" ha esordito il capogruppo che ha proseguito: "Le Vaccinazioni sugli over 80 che non termineranno prima di maggio. Fragili e disabili presi in carico solo da pochi giorni, mentre in altre Regioni la campagna procede da più di un mese. Medici di famiglia coinvolti tardivamente, con ritardi nell’impostazione. E l’avvio della nuova campagna stenta a decollare, tra mancanza di personale e incertezza sui nuovi centri diffusi. Mentre il Presidente di Regione e Assessore alla Sanità Giovanni Toti dichiara i risultati eccelsi della sua campagna di vaccinazione, i risultati reali sono sotto gli occhi di tutti: 88.522 dosi di vaccinazione consegnate e non utilizzate che ci portano ad essere la penultima regione d’Italia, fanalino di coda del Paese".
Garibaldi, al pari del resto de'opposinone, ha chiesto "una revisione ocmpleta del piano vaccinale". Intanto, a nome del Pd, Garibaldi ha avanzato alcune porposte: Eccole:
Una revisione del piano di vaccinazione. Rafforzamento del personale, chiarezza sugli scenari e i punti di vaccinazione, date certe per ogni categoria, riprogrammazione della campagna over 80 e dei soggetti più fragili, per accelerare le vaccinazioni; canale prioritario per ultrafragili, disabili e caregiver, da inserire subito nella campagna,
misure di potenziamento della campagna: trasporto sanitario per i soggetti con difficoltà di movimento, convenzioni con l’associazionismo per individuazione dei luoghi da trasformare in punti di vaccinazione, accordi per le pubbliche assistenze per l’allestimento delle sedi, a partire dai defibrillatori; Introduzione delle “liste di riserva” giornaliere per ogni centro vaccinale, far sì che, nel caso di disdette, nessuna dose venga sprecata.; una campagna capillare di informazione sull’importanza delle vaccinazioni, per rafforzare l’adesione, comprensiva di numeri verdi dedicati e misure specifiche per il recall di coloro che non hanno finora aderito; La definizione di un protocollo d’intesa per far nascere punti di vaccinazione nei luoghi di lavoro;, la sperimentazione della prima dose a tutti, per accelerare la campagna, senza per forza tenere accumulate dosi di vaccino, come già avvenuto in Regno Unito e Israele.; Il rafforzamento dei vaccinatori, coinvolgendo anche gli specializzandi nell’organizzazione; La garanzia che anche gli studenti di medicina e di scienze infermieristiche possano ricevere il vaccino per poter poi essere maggiormente inclusi nella campagna di vaccinazione; La richiesta di una normativa nazionale per l’obbligo di vaccinazione per gli operatori sanitari.
”
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