Transport 514: Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria a rischio e Federagenti tra priorità, sfide e riforme

di Carlotta Nicoletti

Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria: i sindaci calabresi denunciano rischi per il progetto

 

Il progetto dell’Alta Velocità ferroviaria Salerno-Reggio Calabria rischia di essere compromesso. A lanciare l’allarme è Franz Caruso, sindaco di Cosenza, insieme ad altri amministratori locali, che denunciano tagli ai finanziamenti e modifiche al tracciato iniziale, definendo la situazione “un danno per il Mezzogiorno e per l’intero Paese”.

Tagli ai fondi – I sindaci del territorio, guidati da Caruso, hanno sottolineato che alcuni tratti della linea potrebbero subire una drastica riduzione dei finanziamenti. Questo comporterebbe un rischio concreto di vedere il progetto bloccato o incompiuto, vanificando gli obiettivi di sviluppo infrastrutturale del Sud Italia.

Tracciato a rischio – Il progetto originario prevedeva un percorso centrale che valorizzasse aree urbane come Tarsia e Cosenza, con un collegamento diretto verso lo Ionio. Tuttavia, la presenza di una falda acquifera potrebbe portare a uno stravolgimento del tracciato, orientandolo verso un semplice potenziamento della linea tirrenica già esistente.

Un fronte unito – Durante una conferenza stampa a Roma, sindaci, accademici ed esperti hanno ribadito la necessità di rispettare il progetto iniziale. “Non possiamo permettere uno scippo alla Calabria, al Mezzogiorno e all’Italia tutta”, ha dichiarato Caruso, chiedendo un’audizione urgente con le commissioni parlamentari competenti.

Un’opera prioritaria – “L’Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria non è solo un progetto locale, ma una priorità strategica per l’intero Paese”, ha aggiunto Caruso. Secondo il comitato, il completamento di quest’opera rappresenta un’opportunità unica per colmare il divario infrastrutturale tra Nord e Sud.

Conclusioni – Gli amministratori locali chiedono risposte chiare e impegni concreti per evitare che l’opera resti incompiuta, rilanciando la centralità del Mezzogiorno nel sistema infrastrutturale italiano.

 

Federagenti, il presidente Pessina: “Riforma della legge 135/77 e competitività dei porti italiani al centro del 2025”

 

La riforma della legge 135/77 – La legge che istituisce la figura dell’agente raccomandatario risale al 1977 e necessita di una revisione per adeguarsi ai cambiamenti del settore. “Oggi ci troviamo in una realtà evoluta, con dinamiche come le agenzie dirette delle grandi linee di navigazione. Occorre lavorare con il Parlamento e il Ministero per una legge moderna che rispecchi le esigenze attuali”, spiega Pessina.

Competitività e PNRR – La competizione con i porti del Nord Europa resta una sfida cruciale. “Gli investimenti infrastrutturali previsti dal PNRR possono ridurre il divario competitivo, ma servono strategie di marketing territoriale e una maggiore sinergia pubblico-privato”, afferma Pessina. Inoltre, le regole operative italiane, meno flessibili rispetto a quelle nordeuropee, rendono necessario un coordinamento nazionale più efficace.

Formazione – Un altro nodo cruciale è la carenza di personale qualificato nei porti italiani. “L’Accademia della Marina Mercantile è un fiore all’occhiello che attrae giovani da tutta Italia. Investire nella formazione è fondamentale per rendere il settore attrattivo”, aggiunge il presidente.

Mediterraneo e reshoring – Sul recupero della centralità del Mediterraneo e il reshoring industriale, Pessina evidenzia che “sono decisioni industriali. Il nostro compito è garantire il trasporto delle merci, continuando a operare sulle linee strategiche est-ovest”.

Conclusioni – Per il 2025, l’obiettivo di Federagenti è chiaro: “Lavorare con continuità per portare a casa risultati concreti, a partire dalla riforma della legge 135/77”.

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