Toti contro il Governo: "Manovra su extraprofitti è da marxisti". FdI e Lega: "Iniziativa di valore sociale"
di Stefano Rissetto
"Per ridare agli italiani circa 4 miliardi di euro, abbiamo bruciato in Borsa circa 10 miliardi di risparmi degli stessi cittadini"
Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria e leader di "Italia al Centro", critica il governo sulla tassazione retroattiva degli extraprofitti delle banche, tacciando di "marxismo" il governo Meloni che pure viene considerato il più conservatore della storia della Repubblica. Lo stesso Toti adombra la possibilità che l'esecutivo, la cui maggioranza ha peraltro già votato sia pure per errore un odg specifico del leader di sinistra Fratoianni, ceda alla seduzione economica di quella patrimoniale che l'elettorato di destra vede con lo stesso favore dei gatti per l'acqua.
"Posso dirlo, la manovra sugli extraprofitti delle banche tassati per il 40% in modo retroattivo non mi convince. Non è cosa da liberali- scrive Toti sulla sua pagina Facebook - ma da marxisti. Il passo successivo è la patrimoniale".
La scelta del governo ha provocato ripercussioni a Piazza Affari sui titoli del credito, il che fa scrivere a Toti: "Ma soprattutto, di chi sono le banche? Degli azionisti. E chi sono gli azionisti? Per lo più tutti voi che avete un fondo pensioni, un piano di accumulo, qualsiasi forma di risparmio gestito. Bene, per ridare agli italiani circa 4 miliardi di euro, abbiamo bruciato in borsa circa 10 miliardi di risparmi degli stessi cittadini".
"Quindi, il saldo, ad oggi, è che i risparmiatori italiani sono più poveri, non più ricchi. Forse andava pensata meglio - conclude - e da liberale bisognerebbe avere più fiducia nel mercato e meno nella politica".
A stretto giro la replica di FdI. "Mi sorprendono molto le parole del Presidente Toti che ha espresso oggi circa la tassazione degli extraprofitti delle banche. Questa tassazione non ha nulla di illiberale e nemmeno di marxista, ma ha un valore sociale di riequilibrio e mi sia consentito dire anche di ridistribuzione” così il commissario regionale di FdI Matteo Rosso che prosegue all’unisono con i parlamentari liguri del partito, il Senatore Gianni Berrino e il deputato Mariagrazia Frijia “rivendichiamo questa misura perché dimostra che questo è l'unico governo che ha la forza di tassare le banche perché è l'unico che non ha rapporti privilegiati col sistema bancario, ma anche e soprattutto riequilibra il sistema del credito: un mercato equilibrato è dove si incontrano domanda e offerta di risparmio e investimento, mentre ora si registrano due tassi di riferimento molto distanti tra loro: quelli di accesso al credito e quelli riconosciuti quando si versa. E ciò comporta un fattore di grosso squilibrio”. Così commentano i tre deputati liguri.
Il partito ligure fa poi notare che in passato il margine d'interesse languiva a causa dei tassi zero; mentre oggi notiamo flussi record grazie alla situazione opposta. Nessuno dei due estremi fa bene al sistema. Ed interviene anche sulla seconda parte delle critiche del Presidente Toti, vale a dire sulle ricadute, dove è bene ricordare che il provvedimento è una tantum e non a caso arriva dopo gli stress test Eba-Bce.
Sugli effetti della Borsa di ieri interviene a precisare il capogruppo in Consiglio regionale Stefano Balleari che commenta: “sarebbe stato sufficiente guardare le analisi di questa mattina del Sole24Ore e dell’andamento della Borsa per capire che l’effetto di ieri era legato ad una situazione momentanea, è assolutamente normale per una misura che non era stata annunciata e soprattutto senza le precisazioni del Mef. Sul discorso delle banche che non erano avvertite, prendo in prestito le parole del Sottosegretario Fazzolari che appunto riferiva oggi come alcuni istituti hanno allineato gli interessi attivi a quelli passivi e quindi hanno realizzato minori utili di quelli che non lo hanno fatto. Così noi andiamo a tassare il differenziale tra i tassi applicati a famiglie e imprese e per chi deposita soldi. Una scelta coraggiosa di un Governo che non guarda al bene elettorale, ma al bene della Nazione e che non ha paura di nessun potere perché investito da quello più forte: quello degli italiani che, tra l’altro, giudicano alla quasi unanimità positiva questa norma come dimostra il sondaggio di Affari italiani che rileva il 91% di consensi per questa scelta”.
“Il prelievo sugli extra profitti delle banche è una norma di equità sociale. Si tratta di un provvedimento una tantum limitato al 2023 che trova la sua radice nell’innalzamento dei tassi voluto dalla Bce e che si è tradotto in una impennata insostenibile del costo del denaro per molte famiglie e imprese, a cui non è seguito un paragonabile aumento per i consumatori che hanno depositi sui conti correnti. Basta guardare gli utili del primo semestre 2023 per capire l’ordine delle dimensioni. Le risorse prelevate saranno a disposizione di mutui e taglio delle tasse. Un'operazione premiata oggi coi segni positivi sui titoli bancari, al di là delle speculazioni della prima ora”.
Lo dice in una nota il deputato e vice ministro al Mit Edoardo Rixi, segretario della Lega in Liguria.
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